Chi sono i genitori e il fratello Fabio di Annalisa Minetti: ‘Mi hanno dato la forza’



Nata nel 1976 con una grande passione per la danza e il canto, Annalisa Minetti si dedica allo studio della danza e inizia a esibirsi nei pianobar con la sua band. All’età di 18 anni, viene diagnosticata una patologia grave denominata retinite pigmentosa, che gradualmente la renderà cieca. Eleganza e attrattiva le permettono di essere eletta Miss Lombardia e in seguito, nel 1997, partecipa a Miss Italia guadagnando l’affetto del pubblico. Nonostante si classifichi al settimo posto, rimane una trionfatrice in ogni senso. Nell’anno seguente, vince il Festival di Sanremo con il brano “Senza te o con te”, acquisendo popolarità in Italia e Sud America. Torna al Festival altre due volte: nel 2005 con Toto Cotugno e nel 2008 come ospite nella serata dei duetti.



Sposata con Michele e madre di Elena Francesca e Fabio.

Alla scoperta della malattia in tenera età, vive un momento triste e traumatizzante:

La perdita della vista è come un lutto: si passa attraverso diverse fasi, iniziando con la rabbia. Le fasi, tuttavia, sono necessarie. Inizialmente devi lasciarti andare al dolore per capire come gestirlo. Non posso dire che non soffro più: ogni momento della mia vita mi ricorda che sono cieca.

Un rosario da suo padre come dono speciale

Al notiziario della perdita futura della vista, suo padre le regala un rosario (che porta sempre con sé) e le dice qualcosa che la guiderà tutta la vita attraverso i momenti di angoscia:

Se non riesci a vedere la luce, sarai tu stessa la luce

Annalisa Minetti: rivela le sue emozioni per i suoi genitori a Verissimo

La storia di Annalisa Minetti è ben conosciuta ma ogni volta che ne parla, aggiunge un dettaglio che toucha profondamente il cuore. È la storia di una ragazza che ha dovuto affrontare il significato di “malattia” troppo presto, crescendo con la consapevolezza che un giorno perderà la vista completamente, ma non ha mai lasciato che il buio oscurasse la sua anima.

Tutto ciò è stato possibile grazie al suo spirito combattivo. Ma è anche merito della forza e delle lezioni apprese da due genitori che hanno fatto tutto per donare serenità e gioia ai propri figli – Annalisa ha due sorelle e un fratello – sempre minacciate dalla malattia. “I miei genitori meritano una statua perché hanno una fede infinita, sono l’esempio di come l’amore possa valorizzare la vita, sempre”, ha dichiarato la cantante a Verissimo.

Suo padre Salvatore le ha inviato una lettera letta in studio da Silvia Toffanin: “Sei speciale per noi, perché tu sei semplicemente un dono meraviglioso per me e tua madre sin dall’infanzia. (…) La gioia di vederti diventare madre, voglio dirtelo forte e chiaro, sei una madre straordinaria. (…) Sei stata e continui ad essere una sorella premurosa e una figlia esemplare. (…) Tu ci porti sempre gioia e per questo oggi vogliamo dirti tutti grazie”.

Non è possibile rimanere indifferenti, pensando a tutto quel che è stato. Quindi Annalisa Minetti ha confessato tra le lacrime che l’unica cosa che ha sempre voluto è non deludere i suoi genitori dopo tutto quello che avevano fatto: “Non volevo che pensassero che avessi rinunciato a un dono grande come la vita. (…) Ho imparato a vedere con gli occhi del cuore. (…) Non pensate neanche per un secondo che io vi ritenga responsabili di un dolore, è una delle cose che mi ha spinto di più a diventare quello che sono. Io non sono cieca, io vedo grazie a voi”.

I suoi genitori l’hanno sostenuta e lei ha ricambiato l’aiuto, prendendosi cura delle sue sorelle e del fratello con un senso materno che le è sempre appartenuto. Quest’ultimo, Fabio, è una delle persone più importanti della sua vita: “Ho voluto chiamare mio figlio Fabio perché mio fratello non avrà mai una famiglia e volevo dargli un’opportunità di sentirsi importante. (…) Ha un ritardo cognitivo, il suo modo di vivere la vita e la sua comunicazione passano attraverso le sue emozioni che a volte sono un torrente in piena. (…) Fabio è un pezzo unico, è raro, è un esempio che con le emozioni si può dire che la vita è un diritto di tutti“.



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