“Mary Poppins ritenuto discriminatorio”: il film Disney ora ha una restrizione per i minori di 12 anni. “Non è più considerato adatto ai bambini”



Il celebre film Disney “Mary Poppins” del 1964, protagonista di innumerevoli serate familiari e amato da generazioni, ha subito una revisione della sua classificazione età da parte del British Board of Film Classification. Con Julie Andrews e Dick Van Dyke nei ruoli principali, il film è stato un’icona del cinema per oltre cinque decenni, ma recentemente ha ricevuto una nuova classificazione che impone la presenza di un adulto per i spettatori sotto i 12 anni.



Dopo aver mantenuto per anni il bollino U (“universal”, adatto a tutti), il film è stato riclassificato come PG (“parental guidance”). Questa decisione deriva dalla presenza di espressioni considerate discriminatorie, che hanno portato gli organi di controllo a ritenere opportuna una maggiore cautela.

Uno degli aspetti controversi è l’uso del termine “ottentotti”, un’espressione storica usata dagli europei caucasici per descrivere i popoli dell’Africa meridionale. Nel film, questo termine viene associato agli spazzacamini, che appaiono con il viso e le mani annerite dalla fuliggine, inclusa la celebre scena di Dick Van Dyke.

“Recentemente, in occasione di una riedizione nelle sale a febbraio 2024, il film è stato sottoposto nuovamente alla nostra valutazione”, ha affermato un portavoce del British Board. “Dopo un attento esame, abbiamo deciso di riclassificarlo come PG a causa del linguaggio discriminatorio impiegato. Sebbene ‘Mary Poppins’ sia collocabile in un contesto storico specifico, il film non condanna esplicitamente l’uso di tale linguaggio, che va oltre i nostri standard per una classificazione ‘U’.”

Questa decisione sottolinea l’importanza di un approccio sensibile e aggiornato nella valutazione dei contenuti mediatici, specialmente quelli destinati a un pubblico giovane. La nuova classificazione mira a promuovere una visione consapevole e accompagnata, permettendo ai genitori di discutere con i propri figli su tematiche delicate come la discriminazione e il rispetto delle diversità culturali.

La revisione di “Mary Poppins” solleva quindi un dialogo più ampio sulla responsabilità dei creatori di contenuti e degli enti di classificazione nel modellare l’impatto culturale delle opere cinematografiche. Le modifiche nella classificazione non solo influenzano la percezione del film, ma stimolano anche una riflessione critica sui messaggi veicolati attraverso il grande schermo.



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