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Richiesta di un passaggio, poi 20 pugnalate al tassista: le telecamere catturano ogni cosa



Erano da poco passate le nove di sera quando una coppia ha richiesto un taxi nel centro di Bari. Due giovani, entrambi sui trent’anni, hanno chiesto al conducente di fare un percorso che includesse una sosta presso una banca per prelevare denaro. Il tassista, ignaro delle loro intenzioni, ha accettato la corsa e li ha fatti salire a bordo.



Tuttavia, quello che sembrava un normale servizio si è trasformato in un incubo nel giro di pochi minuti. Mentre l’auto era in movimento, il passeggero seduto dietro il conducente ha estratto un coltello da cucina lungo 33 centimetri, di cui 22 di lama, e lo ha puntato al collo del tassista, intimandogli di consegnare il denaro. Nel frattempo, la complice è scesa dal veicolo, ha aperto la portiera dal lato del conducente e ha tentato di sottrarre il borsello del tassista.

L’intera scena è stata registrata dalla videocamera di sicurezza installata nel taxi. Tuttavia, le immagini sono state giudicate troppo cruente per essere diffuse al pubblico. Secondo quanto emerso dalle riprese, l’aggressione è stata particolarmente violenta: prima il tassista è stato colpito al fianco con un fendente, poi ha ricevuto diversi colpi alla spalla e infine una serie di fendenti alla schiena.

Nonostante le gravi ferite, l’uomo è riuscito a uscire dall’auto gridando aiuto. La coppia, colta dal panico, è fuggita senza riuscire a portare via nulla. Il tassista è stato soccorso da una pattuglia del 112 che si trovava nelle vicinanze e trasportato d’urgenza in ospedale. Sebbene non sia in pericolo di vita, le ferite riportate hanno richiesto oltre cento punti di sutura e una prognosi di almeno un mese.

Nel frattempo, le forze dell’ordine si sono messe sulle tracce dei responsabili. Grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza e alle testimonianze raccolte, la coppia è stata identificata e arrestata poche ore dopo l’aggressione. Si tratta di una donna di 31 anni e un uomo di 30 anni, entrambi già noti alle autorità per precedenti penali. I due sono ora accusati di tentata rapina aggravata e lesioni personali in concorso. Il coltello utilizzato nell’aggressione è stato ritrovato abbandonato in un’aiuola poco distante dal luogo dei fatti e posto sotto sequestro.

L’episodio ha suscitato grande indignazione nella comunità locale e tra i rappresentanti della categoria dei tassisti. Il sindaco di Bari, Vito Leccese, ha definito l’aggressione come “un atto efferato e disumano”. Nel frattempo, Bartolo Scaramuzzi, rappresentante sindacale della CNA Puglia, ha sottolineato la necessità di aumentare le misure di sicurezza per i tassisti, una categoria che spesso si trova esposta a rischi elevati.

“Si tratta del quinto episodio negli ultimi anni”, ha dichiarato Scaramuzzi in un’intervista a Baritoday. “Servono telecamere sia all’interno che all’esterno delle vetture di servizio funzionanti h24 e direttamente collegate con le centrali, così da assicurare un pronto intervento”. Inoltre, il sindacato ha avanzato una proposta per esentare i tassisti dall’obbligo di indossare la cintura di sicurezza durante il servizio nell’area urbana barese. “In questi casi è necessario che il tassista possa abbandonare velocemente il veicolo. Ed è questione di secondi”, ha spiegato Scaramuzzi.

Secondo quanto emerso dalle indagini, durante l’aggressione la cintura di sicurezza del tassista si sarebbe incastrata nel borsello che portava a tracolla, rendendo più difficoltoso il suo tentativo di uscire rapidamente dal veicolo. “Lui non ha opposto resistenza”, ha aggiunto il rappresentante sindacale. “Ma come dimostra questo episodio può bastare poco per far scattare una reazione violenta in chi prende di mira i tassisti”.

L’episodio avvenuto l’8 dicembre nel centro di Bari ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei lavoratori del settore. Molti tassisti hanno espresso preoccupazione per la mancanza di misure adeguate a proteggerli da situazioni simili. Nonostante l’installazione di videocamere nei veicoli sia già obbligatoria in alcune città italiane, molti conducenti ritengono che queste non siano sufficienti a prevenire aggressioni violente come quella avvenuta domenica scorsa.



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