Tutankhamon, scoperto un “sistema antifurto” con uranio radioattivo nella tomba: il mistero della maledizione risolto



Nel novembre del 1922, Howard Carter, un rinomato archeologo e egittologo britannico, apriva per la prima volta la tomba di Tutankhamon, svelando uno dei tesori più straordinari mai rinvenuti nella Valle dei Re. Questa scoperta non solo ha riportato alla luce il monumento funerario del giovane faraone della XVIII dinastia egizia, ma ha anche immortalato Carter nella storia come colui che ha scoperto il tesoro meglio conservato e mai profanato fino ad allora.



Carter, il cui destino sembrava segnato dall’ombra di una “maledizione di Tutankhamon”—attribuita a coloro che avevano disturbato il riposo del faraone—è morto nel 1939, a 65 anni, per un linfoma di Hodgkin. Questa leggenda, insieme a una serie di morti tra coloro che avevano partecipato all’apertura della tomba, ha alimentato nel tempo teorie di maledizioni e punizioni soprannaturali.

Il 9 maggio segna il 150esimo anniversario della nascita di Carter, un evento che riporta l’attenzione su un recente studio pubblicato sul Journal of Scientific Exploration. Secondo la ricerca di Ross Fellowes, non si trattava di forze sovrannaturali, ma dell’esposizione a uranio radioattivo—una “torta” di uranio giallo—che sarebbe stata la vera causa di molte delle morti associate alla tomba. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare la comprensione del modo in cui gli antichi Egizi proteggevano i loro tesori, suggerendo un sistema di difesa basato su principi biologici e non magici.

Carter, cresciuto nelle campagne del Norfolk, aveva lasciato l’Inghilterra a soli 17 anni, per essere reclutato dall’Egypt Exploration Fund. La sua carriera prese una svolta decisiva quando, nel 1908, incontrò lord George Herbert, quinto conte di Carnarvon, che divenne il suo mecenate e finanziatore delle sue ricerche nella Valle dei Re.

Dopo la scoperta della tomba, Carter e la sua squadra impiegarono dieci anni per catalogare e conservare gli oltre cinquemila oggetti ritrovati, tra cui la celebre maschera d’oro di Tutankhamon, scarpe funerarie in oro massiccio e numerosi artefatti che illustrano la ricchezza e la complessità della cultura egizia antica.

Ulteriori studi sulla tomba hanno rivelato che i materiali usati dagli antichi costruttori contenevano elementi tossici, probabilmente noti per le loro proprietà mortali. Anche le moderne analisi hanno confermato che l’ambiente interno della tomba presentava livelli insolitamente elevati di radiazioni, suggerendo che la “maledizione” potrebbe essere stata un avvertimento contro i rischi reali delle sostanze tossiche.

Questi nuovi dati gettano luce non solo sulla tomba di Tutankhamon, ma anche su altre antiche necropoli egizie, dove studi simili hanno rilevato la presenza del gas radon. Il continuo interesse per la vita e le opere di Howard Carter conferma il fascino duraturo delle sue scoperte e l’importanza di proteggere e studiare il patrimonio culturale con metodi scientifici moderni.



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