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Valeria Fioravanti deceduta a Roma, meningite confusa con cefalea: tre dottori sotto processo



Il Gup di Roma ha rinviato a giudizio tre medici per la morte di Valeria Fioravanti, morta all’età di 27 anni a causa di meningite. L’udienza è fissata per il 16 settembre 2025.



Il giudice per l’udienza preliminare di Roma ha deciso di rinviare a giudizio tre medici per la morte di Valeria Fioravanti, una giovane di 27 anni, avvenuta nel 2022. Valeria si era recata in un ospedale della capitale per rimuovere un ascesso, operazione durante la quale, secondo la famiglia, avrebbe contratto un batterio che le ha causato meningite. La famiglia della giovane ha sempre sostenuto che l’infezione fosse stata mal diagnosticata e sottovalutata.

La vicenda

La storia drammatica di Valeria Fioravanti inizia il 25 dicembre 2022, quando si reca in ospedale per rimuovere un ascesso. Da lì in poi, il suo calvario prosegue con accessi a diversi ospedali. Quattro giorni dopo l’intervento, Valeria si presenta al Policlinico Casilino lamentando una forte cefalea e altri sintomi preoccupanti. Successivamente, il 4 gennaio, si reca all’ospedale San Giovanni per dolori diffusi su tutto il corpo. Il 6 gennaio, ritorna al pronto soccorso del San Giovanni, dove le viene diagnosticata una meningite acuta. Trasferita in un’altra struttura mentre era già in coma, Valeria muore il 10 gennaio 2023.

Le accuse ai medici

Oggi, il giudice ha deciso di mandare a processo tre medici, uno del Policlinico Casilino e due dell’ospedale San Giovanni, accusati di omicidio colposo. La procura contesta loro di aver sottovalutato il quadro clinico di Valeria e di non aver effettuato una valutazione neurologica approfondita.

Le parole della famiglia

I genitori di Valeria, dopo la sentenza, hanno espresso la loro soddisfazione: “Siamo soddisfatti, Valeria ci manca come l’aria, siamo fiduciosi nel corso della giustizia. I magistrati stanno lavorando con molta cura senza tralasciare nulla. È evidente l’errore commesso dai medici: Valeria non è stata messa sotto osservazione adeguata. Non hanno provato a curarla adeguatamente, le hanno semplicemente somministrato un antidolorifico. Non ci sono parole… una ragazza che va al pronto soccorso per quattro volte, ogni volta in condizioni peggiori, e ogni volta le hanno cambiato cura. In 15 giorni sono riusciti a ucciderla.”



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