Wanna Marchi e sua figlia avvistate su una Lamborghini del valore di 250.000 euro: attualmente gestiscono imprese in Albania grazie ai profitti delle televendite



Dopo aver trascorso 9 anni e 6 mesi in carcere, Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile hanno lasciato alle spalle le sbarre nel 2015, chiudendo un capitolo significativo della loro vita. Nonostante il passato televisivo sembri ormai un’eco lontana, le due ex icone della televendita sembrano aver accumulato un cospicuo patrimonio finanziario grazie alle loro attività passate. Recentemente, sono state avvistate a Milano, a bordo di un lussuoso SUV Lamborghini, segno evidente di una ricchezza inaspettata.



Dalla TV agli investimenti oltre confine, le due hanno evidentemente virato i loro interessi lontano dall’Italia. La condanna per associazione a delinquere e truffa aggravata ha inevitabilmente macchiato la loro reputazione nel paese, spingendole a cercare nuove opportunità di business in Albania, dove il loro capitale accumulato durante gli anni d’oro delle televendite ha trovato terreno fertile per nuovi investimenti.

L’acquisto di un SUV Lamborghini del valore di circa 250.000 euro lascia presagire che le iniziative imprenditoriali di Marchi e Nobile in Albania stiano riscuotendo successo. Nonostante le controversie del passato e le numerose critiche ricevute, le due non hanno mai esibito rimorso per le azioni compiute. In una dichiarazione provocatoria, Nobile ha paragonato il loro operato alle lotterie statali, sottolineando come, a suo dire, non ci sia motivo di pentimento da parte loro se lo Stato continua a incoraggiare pratiche simili. “L’Italia ci odia ma noi abbiamo pagato il nostro debito con la giustizia e non temiamo confronti”, ha affermato, aggiungendo audacemente che persino il diavolo cambierebbe strada all’incontro con loro.

Queste parole rivelano un atteggiamento sfidante e un senso di ingiustizia percepita, ma anche la determinazione di andare avanti nonostante le avversità. Marchi e Nobile, con il loro trasferimento di interessi in Albania, dimostrano che la loro storia è tutt’altro che conclusa, aprendo un nuovo capitolo che sembra altrettanto ricco di polemiche e discussioni.



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