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Addio a Carla D’Acunto, ristoratrice: il figlio indagato per presunta istigazione al suicidio dopo un litigio



Martedì scorso, intorno alle 14, Carla D’Acunto e suo figlio, Guido Petteruti, erano in auto diretti al ristorante di famiglia. Durante il tragitto, tra i due sarebbe scoppiata una discussione, presumibilmente legata a una vicenda giudiziaria che li coinvolgeva entrambi. La ex compagna di Petteruti aveva infatti sporto denuncia contro di loro, situazione che aveva portato all’applicazione del braccialetto elettronico al giovane e al divieto, esteso anche alla madre, di vedere le figlie se non in modalità protetta.



Nonostante una recente notizia positiva, con l’archiviazione di una delle denunce circa quindici giorni fa, la tensione tra madre e figlio era palpabile. Durante il litigio, D’Acunto, 58 anni, sarebbe scesa dall’auto e avrebbe iniziato a camminare a piedi. Petteruti, 32 anni, l’avrebbe seguita in auto, cercando di convincerla a risalire a bordo. La donna, però, avrebbe raggiunto un parapetto e si sarebbe lanciata nel vuoto. Soccorsa immediatamente, è stata trasportata in ospedale, dove è giunta già priva di vita.

L’autopsia, eseguita alla presenza di un consulente legale nominato dalla difesa, ha rivelato l’assenza di segni di violenza sul corpo. La causa del decesso sarebbe un infarto, probabilmente conseguente alle ferite riportate nella caduta. Le autorità stanno esaminando eventuali riprese di telecamere di sorveglianza che potrebbero aver immortalato gli ultimi momenti della donna, al fine di chiarire la dinamica dell’accaduto. Petteruti, che ha spontaneamente riferito del litigio, non è stato ancora interrogato formalmente.

L’avvocato Michele Sarno, legale di Petteruti, ha dichiarato a Fanpage.it: «Siamo estremamente fiduciosi e a disposizione dell’autorità giudiziaria; il mio assistito aspetta di essere sentito per portare un contributo all’accertamento della verità, unico modo per rendere onore a questa madre che non c’è più e dimostrare che l’evento si è concretizzato per cause non riconducibili a nessuno se non a un momento di amarezza che ha segnato la sua vita, quella del figlio e quella dei nipoti. Il mio assistito, inoltre, proseguirà nel percorso per poter vedere le sue figlie in forma libera».

La comunità di Salerno è scossa dalla tragedia. Il ristorante “Mediterraneo”, gestito da D’Acunto, era un punto di riferimento locale. Numerosi messaggi di cordoglio sono apparsi sui social network, e fiori e candele sono stati posti davanti al locale in segno di rispetto. Il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, ha espresso il suo cordoglio su Facebook: «La morte di Carla D’Acunto addolora tutta la nostra comunità. Era una persona cordiale molto apprezzata prima nel commercio d’abbigliamento e poi nella ristorazione, sempre professionale ed accogliente. Nella sua vita ha donato momenti di bellezza, gioia e gusto dei quali siamo grati a chi l’ha conosciuta ed ha frequentato la sua attività. Un abbraccio forte di cordoglio a familiari ed amici».

Le indagini proseguono per chiarire le circostanze esatte dell’evento e determinare eventuali responsabilità. La Procura di Salerno ha iscritto Guido Petteruti nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, un atto dovuto per consentire un’indagine approfondita e trasparente.

La vicenda giudiziaria che coinvolge madre e figlio ha radici in denunce presentate dalla ex compagna di Petteruti, che hanno portato a restrizioni legali significative per entrambi. Nonostante l’archiviazione di una delle accuse, le tensioni familiari sembrano aver raggiunto un punto critico, culminando nella tragica scomparsa di Carla D’Acunto.



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