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Alex Britti e il mistero della baby-cam: le registrazioni segrete dell’ex moglie Nicole Pravadelli



Negli ultimi mesi, il cantautore e chitarrista Alex Britti è stato al centro di una vicenda che ha coinvolto la sua vita privata. La sua ex moglie, Nicole Pravadelli, è stata accusata di aver utilizzato una baby-cam per monitorare i movimenti dell’artista all’interno della sua abitazione. L’episodio risale al maggio del 2022, tre anni dopo la separazione della coppia, ma solo di recente è emerso grazie alle indagini avviate dalla Procura su segnalazione del giudice che si occupa della causa per l’affidamento del figlio.



La scoperta è avvenuta durante un’udienza relativa all’affidamento del bambino. Il giudice, insospettito dal materiale presentato da Pravadelli, ha richiesto chiarimenti su come fossero state ottenute le informazioni. La pm Caterina Sgrò, incaricata delle indagini, ha poi verificato che la donna aveva utilizzato una baby-cam, un dispositivo solitamente destinato al monitoraggio dei neonati, per riprendere l’ex marito. Grazie alla connessione internet del dispositivo, Pravadelli avrebbe potuto osservare in tempo reale ciò che accadeva nell’abitazione di Britti.

Secondo quanto riportato da alcune fonti, la telecamera era stata originariamente installata durante la convivenza tra i due, e Pravadelli ne conosceva ancora le credenziali di accesso. Approfittando di un momento in cui si trovava nell’abitazione dell’ex marito, avrebbe riposizionato il dispositivo in modo da puntarlo verso il corridoio. Da quel momento, avrebbe iniziato a registrare la quotidianità del cantautore.

L’obiettivo della donna sarebbe stato quello di raccogliere prove compromettenti che potessero favorirla nella causa per l’affidamento esclusivo del figlio. Tuttavia, la scoperta delle registrazioni ha avuto conseguenze legali per Pravadelli, che è ora sotto processo con l’accusa di interferenza illecita nella vita privata. A difendere la donna è l’avvocata Luisa De Martino, mentre Britti è assistito dagli avvocati Alessia Casinelli e Gianluca Tognozzi.

La vicenda ha sollevato interrogativi sull’uso improprio delle tecnologie domestiche e sulle implicazioni legali di tali comportamenti. La baby-cam, progettata per garantire la sicurezza dei bambini, si è trasformata in uno strumento di sorveglianza non autorizzata. Questo caso evidenzia come l’accesso non consensuale a dispositivi digitali possa configurare un’intrusione nella sfera privata, con conseguenze penali.

Le indagini hanno anche messo in luce l’importanza di proteggere i propri dispositivi tecnologici. Cambiare regolarmente le password e limitare l’accesso a persone non autorizzate sono misure fondamentali per evitare situazioni simili. Nel caso specifico, il fatto che Pravadelli conoscesse ancora le credenziali di accesso alla baby-cam ha reso possibile il suo utilizzo improprio.

Il processo ora punta a chiarire tutti gli aspetti della vicenda e a stabilire eventuali responsabilità. La questione dell’affidamento del figlio resta centrale, ma l’episodio delle registrazioni rappresenta un elemento aggiuntivo che potrebbe influire sull’esito delle decisioni giudiziarie.

La storia di Alex Britti e della sua ex moglie mette in evidenza quanto sia delicato il confine tra vita privata e uso della tecnologia. Mentre le indagini continuano, questo caso potrebbe rappresentare un precedente significativo nel dibattito su privacy e sicurezza in ambito domestico.



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