I raid russi hanno causato la distruzione di oltre metà della produzione di gas naturale in Ucraina. Secondo fonti riportate da Bloomberg, Kiev ha informato i suoi alleati all’inizio di questa settimana che durante un massiccio attacco russo del 3 ottobre nelle regioni di Kharkiv e Poltava, circa il 60% della produzione di gas nazionale è stata distrutta. Se gli attacchi proseguiranno, l’Ucraina prevede di dover importare approssimativamente 4,4 miliardi di metri cubi di gas entro la fine di marzo per affrontare l’inverno, con un costo stimato di quasi 2 miliardi di euro. Questa quantità corrisponde a quasi il 20% del consumo annuo del Paese.
Intanto, la centrale nucleare di Zaporizhzhia continua a operare grazie a fonti di alimentazione di emergenza, di cui fanno parte generatori diesel e una scorta di carburante considerata sufficiente, come dichiarato dalla Russia.
In ambito europeo, è stata condotta una telefonata tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la presidente della Bce Christine Lagarde, durante la quale si è discusso di come assicurare un uso equo dei beni russi congelati per contrastare la guerra della Russia e sostenere la ricostruzione in Ucraina. «Abbiamo discusso su come garantire un uso equo dei beni russi congelati per proteggere dalla guerra della Russia e aiutare a ricostruire la vita in Ucraina. Esistono soluzioni per raggiungere questo obiettivo. Sono grato per il sostegno. Deve esserci una volontà politica sufficiente in Europa, poiché la maggior parte di questi beni è concentrata lì. La maggioranza dei nostri partner ci sostiene in questo sforzo e contiamo sulla loro azione. Abbiamo concordato di lavorare a stretto contatto con i leader europei», ha scritto il presidente su X.
Sul fronte finanziario, il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis ha spiegato al termine dell’Ecofin a Lussemburgo che la contabilizzazione delle garanzie richieste agli Stati membri per il prestito Ue in corso di definizione verso l’Ucraina, derivanti dagli asset russi congelati, rappresenta una questione fondamentale sollevata anche dal ministro Giancarlo Giorgetti. «Prima facie crediamo che questa garanzia non verrà conteggiata automaticamente nel deficit e nel bilancio», ha precisato. Dombrovskis ha inoltre aggiunto che tale valutazione preliminare richiederà una conferma da parte di Eurostat, sottolineando la difficoltà di escussione di tali garanzie.



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