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Attentato a Ranucci, scontro politico immediato: Bonelli e Di Battista accusati di strumentalizzare la vicenda



Un grave attentato ha colpito il giornalista Sigfrido Ranucci nella notte tra mercoledì e giovedì, quando una bomba ha distrutto la sua auto e quella della figlia davanti alla loro abitazione a Pomezia, in provincia di Roma. L’ordigno, che aveva un potenziale letale, ha sollevato un’ondata di condanna e solidarietà da parte di esponenti politici di tutti gli schieramenti, ma ha anche attirato critiche per le strumentalizzazioni politiche che ne sono seguite.



La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso “piena solidarietà” a Ranucci, sottolineando la necessità di difendere “la libertà e l’indipendenza dell’informazione”, valori fondamentali delle democrazie. Anche il vicepremier Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato l’accaduto, definendolo “di una gravità inaudita e inaccettabile”, e ha espresso totale solidarietà al giornalista e alla sua famiglia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha parlato di un “gesto gravissimo, vile, inaccettabile”, sottolineando che, sebbene nessuno sia rimasto ferito, l’atto colpisce la libertà di informare e di esprimersi.

Il vicepremier Antonio Tajani ha anch’egli condannato l’attentato, affermando che “non esiste motivazione che possa giustificare questa violenza”. Le parole di sostegno si sono diffuse rapidamente, dimostrando un’unità di intenti tra i vari partiti, nonostante le differenze politiche.

Tuttavia, non sono mancate le critiche a chi ha tentato di sfruttare politicamente la situazione. Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, ha attaccato coloro che, pur avendo criticato Ranucci in passato, ora si mostrano solidali. Bonelli ha sottolineato che le parole del giornalista, che ha parlato di un “clima di isolamento e di delegittimazione” nei suoi confronti, ricordano le minacce e le intimidazioni a cui è stato sottoposto, come il proiettile di P38 e i pedinamenti. Ha esortato chi ha attaccato Ranucci a riflettere e chiedere scusa, affermando che alimentare campagne di delegittimazione significa rendersi complici di un clima d’odio.

Anche Alessandro Di Battista, ex deputato del Movimento 5 Stelle, ha commentato la situazione, evidenziando la solitudine dei giornalisti di fronte a un “potere” che dovrebbe proteggerli. Ha denunciato l’attacco alla libera informazione e ha invitato le istituzioni a esprimere solidarietà a Ranucci, definendolo un “giornalista perbene e libero”. Di Battista ha concluso il suo intervento con un appello a non mollare e a continuare a combattere per la verità.

L’attentato ha suscitato preoccupazione non solo per la sicurezza di Ranucci, ma anche per il clima di intimidazione che sembra avvolgere il mondo del giornalismo in Italia. Le indagini sono attualmente in corso, con carabinieri, Digos e vigili del fuoco impegnati a raccogliere prove e testimonianze. Al momento, gli autori dell’attentato sono ancora ignoti, e le autorità stanno lavorando per chiarire la dinamica dell’accaduto.

La situazione di Ranucci non è un caso isolato. Negli ultimi anni, diversi giornalisti hanno segnalato minacce e attacchi, evidenziando un trend preoccupante per la libertà di stampa in Italia. La crescita delle campagne di delegittimazione e le pressioni politiche sui media pongono interrogativi sulla protezione dei professionisti dell’informazione e sulla loro capacità di svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro.

In questo contesto, la risposta della politica è cruciale. La solidarietà espressa dai leader politici è un passo importante, ma sarà fondamentale che queste dichiarazioni si traducano in azioni concrete per garantire la sicurezza dei giornalisti e proteggere la libertà di informazione. La società civile, le istituzioni e i partiti devono unirsi per difendere i diritti dei cittadini a essere informati e a vivere in una democrazia sana e trasparente.



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