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«Avevo un fastidio al seno, ma il dottore ha detto che ero troppo giovane per pensare a un cancro. Ora ho solo 3 mesi da vivere».



Una giovane donna di 24 anni, Ashleigh Ellerton, ha iniziato a notare un fastidioso dolore al seno, un sintomo che l’ha spinta a cercare immediatamente assistenza medica. Tuttavia, durante la visita, il medico le ha comunicato che, essendo «troppo giovane», era improbabile che il suo dolore fosse causato da un cancro. Considerando anche la sua storia familiare, il dottore le ha assicurato che non c’era nulla di serio.



Nonostante le rassicurazioni, la situazione è cambiata quando ha scoperto un bozzetto. In quel momento, Ellerton ha deciso di non ignorare le parole del medico e ha insistito per ottenere un appuntamento per ulteriori test. Questa determinazione ha portato alla diagnosi di un tumore al seno, una forma rara e particolarmente aggressiva, caratterizzata da sintomi che non sempre sono facilmente identificabili.

I sintomi iniziali, la diagnosi e i trattamenti successivi hanno segnato un percorso difficile per Ashleigh. Dopo aver ricevuto la notizia della malattia, le è stato detto che avrebbe dovuto affrontare sei cicli di chemioterapia, 15 sedute di radioterapia e una mastectomia. In quel momento, la giovane madre ha pensato alla vacanza in famiglia che avevano appena prenotato, un pensiero che ha reso la situazione ancora più difficile da accettare.

Dopo mesi di trattamenti, sembrava che Ashleigh avesse sconfitto la malattia. Tuttavia, la sua convinzione era diversa. Aveva già avvertito le infermiere, che erano presenti al suo matrimonio, che il cancro sarebbe tornato. Purtroppo, le sue premonizioni si sono rivelate corrette quando i medici hanno scoperto metastasi nel fegato, informandola che le restavano solo tre anni di vita.

Dopo due anni, Ashleigh ha cominciato a sperimentare sbalzi d’umore e forti emicranie. Questi sintomi si sono rivelati il segno che il tumore si era diffuso ai tessuti che ricoprono il cervello e il midollo spinale. In un’intervista al Daily Mail, ha raccontato: «Avevo tre mesi di vita. Sono tornata a casa e l’ho detto ai miei figli. Ricordo che urlavano. Il mio bimbo di cinque anni non capiva cosa stesse succedendo, ma piangeva e diceva che non mi avrebbe più rivisto».

In questo contesto difficile, Ellerton ha trovato un modo per lasciare un segno duraturo nella vita dei suoi figli. Ha iniziato a creare delle scatole dei ricordi, pensate per accompagnarli nel corso della loro vita. Queste scatole contengono biglietti d’auguri, regali e lettere, un modo per far sentire la sua presenza anche quando non potrà essere fisicamente con loro. «Vorrei che ricordassero che ero presente e che ho combattuto con tutte le mie forze», ha affermato Ashleigh.

La sua storia mette in luce non solo la difficoltà di affrontare una diagnosi di cancro, ma anche la resilienza e la determinazione di una madre nel voler lasciare un’eredità affettiva ai propri figli. La creazione delle scatole dei ricordi rappresenta un gesto d’amore e una testimonianza della sua lotta contro la malattia.

Ashleigh Ellerton continua a combattere, cercando di mantenere viva la speranza per sé e per la sua famiglia, nonostante le avversità. La sua esperienza evidenzia l’importanza di ascoltare i segnali del corpo e di non sottovalutare i sintomi, anche quando le rassicurazioni dei medici possono sembrare confortanti. La sua storia è un richiamo alla consapevolezza e alla necessità di un approccio più attento e sensibile nei confronti della salute, specialmente in presenza di sintomi allarmanti.



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