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Bambina morta ad Acerra, il pitbull era senza microchip: portato dall’Asl in un canile a Frattaminore



Un dramma che scuote Acerra: una bimba muore dopo l’attacco di un pitbull non microchippato. Indagini in corso tra responsabilità, leggi e decisioni cruciali.



Un episodio sconvolgente ha colpito la comunità di Acerra, dove una bimba di soli 9 mesi ha perso la vita in seguito all’attacco di un pitbull. Il cane, che secondo quanto emerso non era dotato di microchip, ha sollevato interrogativi su responsabilità e mancato rispetto delle normative. La tragedia si è consumata nella notte tra sabato e domenica, lasciando una famiglia e un’intera città sotto shock.

Il cane non aveva il microchip obbligatorio per legge

Secondo quanto appreso da fonti dell’Asl Napoli 2 Nord, il pitbull maschio, di taglia media, non era microchippato, contravvenendo alla normativa vigente che prevede l’obbligo di identificazione per tutti gli animali domestici. Al contrario, l’altro cane della famiglia, una femmina meticcia di piccola taglia, risultava regolarmente registrata con il chip, uno strumento fondamentale per raccogliere informazioni sanitarie e vaccinali.

La Polizia di Stato ha già avviato le procedure per acquisire una dichiarazione formale dal padre della bimba, che dovrà confermare la proprietà del cane responsabile dell’attacco.

I cani trasferiti in un canile convenzionato

Entrambi i cani della famiglia sono stati trasferiti al canile convenzionato dell’Asl a Frattaminore, in provincia di Napoli. Gli animali sono stati sottratti alla custodia del proprietario e presi in carico dai veterinari dell’Asl per essere monitorati. In queste ore sono stati effettuati esami delle feci per verificare eventuali residui organici utili alle indagini.

Al momento, il destino del pitbull resta incerto. Potrebbe essere sottoposto a un percorso di rieducazione, come già accaduto in casi simili, oppure abbattuto. La decisione finale spetterà alla magistratura, che valuterà diversi fattori, tra cui il carattere del cane, il livello di aggressività e il tipo di educazione ricevuta.

Dalle testimonianze raccolte dai residenti, è emerso che il pitbull sarebbe stato coinvolto in un’altra aggressione lo scorso anno, quando avrebbe ucciso un cagnolino durante una passeggiata con una dog sitter. Tuttavia, questo episodio non sarebbe mai stato segnalato all’Asl Veterinaria.

I veterinari che hanno preso in custodia i due animali hanno osservato comportamenti differenti: la cagnolina meticcia appariva spaventata, mentre il pitbull risultava tranquillo durante le prime analisi.

La Procura della Repubblica di Nola ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla tragedia, affidando le indagini alla Polizia di Stato. È stata disposta l’autopsia sul corpo della bambina per determinare con esattezza le cause del decesso.

Secondo una prima analisi medica esterna, la causa più probabile della morte sarebbero le ferite riportate al cranio e agli arti a causa dei morsi del cane. Tuttavia, sono emerse ipotesi secondo cui l’attacco potrebbe essere avvenuto post-mortem, come già documentato in alcuni casi riguardanti cani di razza pitbull. Solo i risultati definitivi dell’esame necroscopico potranno chiarire definitivamente quanto accaduto.



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