Nel marzo 2023, un tragico incidente ha avuto luogo in un giardino pubblico di Milano, coinvolgendo una donna di 87 anni e un bambino di cinque anni. La donna, mentre passeggiava con un bastone insieme a un’amica di 74 anni, è stata urtata da un bambino che stava imparando ad andare in bicicletta senza rotelle. Secondo le ricostruzioni, il piccolo avrebbe sbandato, causando un leggero contatto con la donna, che ha poi perso l’equilibrio e caduto a terra, battendo la testa.
Il padre del bambino, resosi conto della gravità della situazione, ha immediatamente chiamato un’ambulanza. Nonostante i soccorsi siano giunti rapidamente, la donna ha perso conoscenza e, successivamente, è deceduta in ospedale. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla responsabilità del padre del bambino, che è stato indagato per omicidio colposo.
Il pubblico ministero, Paolo Storari, ha presentato una richiesta di archiviazione del caso, la quale è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari. Come riportato dal quotidiano Il Corriere della Sera, Storari ha sottolineato che “la rapidità e sfortunata casualità dell’evento” non ha permesso al padre del bambino di prevedere l’incidente e di intervenire in tempo per evitarlo.
Il giudice ha quindi confermato la tesi della Procura, nonostante una sentenza della Corte di Cassazione emessa nel 2010, che stabiliva che il genitore potesse essere ritenuto responsabile per non aver sorvegliato adeguatamente il figlio durante un’attività considerata intrinsecamente pericolosa. Nella sentenza si afferma che, pur essendo la bicicletta in mano a una persona incapace di adeguarne l’uso alle condizioni del luogo, non tutto può essere considerato “prevedibile ed evitabile”. Di conseguenza, è stato ribadito che “ogni disgrazia” non può trasformarsi in “ingiustizia”, rifiutando il concetto di fatalità e la ricerca di una colpa a ogni costo.
La decisione di archiviare il caso ha suscitato reazioni contrastanti tra la comunità locale e le associazioni che si occupano di sicurezza. Alcuni sostengono che la responsabilità di un genitore nel vigilare sui propri figli durante attività potenzialmente pericolose debba essere sempre presente, mentre altri ritengono che incidenti di questo tipo, soprattutto quando avvengono in condizioni imprevedibili, debbano essere considerati come eventi sfortunati e non come colpe.
L’incidente ha anche riacceso il dibattito sulla sicurezza nei parchi e nei giardini pubblici, dove la presenza di bambini in bicicletta è comune. Molti cittadini chiedono maggiore attenzione alla segnaletica e all’illuminazione in queste aree, affinché eventi simili non si verifichino in futuro. La morte della donna ha colpito profondamente la comunità, portando a una riflessione collettiva sulla fragilità della vita e sull’importanza di garantire spazi sicuri per tutti.
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