​​


Benedetta Pilato e Chiara Tarantino coinvolte in un furto a Singapore: cosa è successo e le possibili conseguenze



Sono rientrate in Italia le nuotatrici Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, fermate a Singapore tra il 14 e il 20 agosto per un episodio che ha assunto in breve i contorni di un caso diplomatico. Le due atlete azzurre erano state trattenute dalle autorità locali per non aver pagato due piccoli flaconi di oli essenziali in un duty free, un gesto ritenuto una “bravata” ma che ha avuto ripercussioni ben più ampie, coinvolgendo la Federazione italiana nuoto e la macchina diplomatica italiana.



Il fermo è durato alcune ore e si è concluso grazie all’intervento dell’ambasciata italiana e della Farnesina, che hanno avviato contatti diretti con le autorità locali per chiarire la posizione delle atlete. Secondo la ricostruzione, Pilato e Tarantino, reduci dai Mondiali disputati in Asia e da un periodo di vacanza in Indonesia, erano state fermate all’aeroporto di Singapore dopo essere state individuate dalle telecamere di videosorveglianza. Con loro si trovavano anche le compagne di nazionale Anita Bottazzo e Sofia Morini, che inizialmente avevano vissuto momenti di tensione durante le verifiche ma sono state subito rilasciate perché non coinvolte.

La procedura, in un primo momento, ha previsto il ritiro dei passaporti e l’identificazione in un ufficio dell’aeroporto. Dopo l’intervento della rappresentanza diplomatica, le nuotatrici hanno potuto lasciare l’area, rientrare in albergo e infine imbarcarsi su un volo di ritorno per l’Italia.

L’episodio ha tuttavia avuto conseguenze anche in patria. La Federazione italiana nuoto ha diffuso una nota ufficiale sottolineando che i fatti “sono avvenuti al di fuori delle attività federali”, riservandosi di valutare eventuali provvedimenti disciplinari. La posizione di Chiara Tarantino, tesserata per le Fiamme Gialle, è particolarmente delicata: la giovane rischia un provvedimento interno che potrebbe andare da un semplice richiamo fino, nella peggiore delle ipotesi, all’allontanamento dal corpo militare.

Il presidente della Fin e capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli, ha chiarito in un comunicato che “non vi è stato alcun contatto diretto con il ministro Tajani né interventi politici di Forza Italia: la Federazione è stata informata direttamente dalle atlete e dalle famiglie delle stesse”.

Un ruolo decisivo nella gestione della vicenda lo ha avuto l’ambasciatore italiano a Singapore, Dante Brandi, ex pallanuotista, che ha coordinato l’attività dei collaboratori diplomatici e mantenuto i contatti con le autorità locali. Grazie a questi canali, la vicenda si è conclusa senza conseguenze penali per le due atlete, che hanno comunque chiesto scusa per l’accaduto.

Nel frattempo, Benedetta Pilato, reduce dal bronzo ai Mondiali di Singapore, ha scelto di prendere pubblicamente le distanze dall’episodio con un post sui social. Nel messaggio ha scritto: “Non ho mai avuto intenzione di compiere gesti inadeguati e chi mi conosce sa quanto tengo ai valori dello sport, alla correttezza e all’onestà personale”. La nuotatrice ha aggiunto: “Da questa esperienza comunque traggo grandi insegnamenti sulla prudenza, sulla responsabilità individuale e sul valore delle persone che mi circondano”.

L’episodio, nato dal mancato pagamento di due piccoli flaconi di oli essenziali, ha così richiesto l’intervento della Farnesina e generato conseguenze disciplinari e di immagine per le due atlete. Per la Federazione, resta ora da valutare con attenzione come gestire il caso, mentre la vicenda continua a suscitare commenti e discussioni nell’opinione pubblica e nel mondo sportivo.

Il ritorno in Italia di Benedetta Pilato e Chiara Tarantino segna la conclusione di una settimana complessa, nella quale un gesto minimo ha provocato ripercussioni diplomatiche e istituzionali, trasformandosi in una questione che ha coinvolto non solo le protagoniste ma anche il sistema sportivo e politico italiano.



Add comment