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Bere caffè nero riduce il rischio di morte prematura del 17%, secondo uno studio condotto da un team internazionale guidato da ricercatori dell’Università Tufts



Una recente indagine scientifica ha confermato che il caffè, una delle bevande più amate al mondo, può contribuire a ridurre il rischio di morte precoce. Tuttavia, il beneficio maggiore si ottiene consumando il caffè in una forma specifica: nero, senza zuccheri aggiunti o altri ingredienti calorici. Lo studio, che ha coinvolto oltre 46.000 partecipanti negli Stati Uniti, ha evidenziato che due o tre tazze al giorno offrono i maggiori vantaggi per la salute.



Il caffè è da tempo oggetto di studi che ne analizzano i potenziali benefici per la salute umana. Numerose ricerche hanno già dimostrato che questa bevanda è associata a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità precoce in generale. Tuttavia, la maggior parte di queste analisi si è concentrata principalmente sulla quantità consumata, trascurando l’importanza della modalità di preparazione e consumo del caffè.

Uno studio recente, condotto da un gruppo di ricercatori internazionali guidati dal professor Fang Fang Zhang della Friedman School of Nutrition Science and Policy presso l’Università Tufts a Boston, ha approfondito proprio questo aspetto. I risultati indicano che il caffè nero, senza latte, zucchero o altri additivi, è associato a una riduzione del rischio di morte prematura fino al 17%. Anche una minima aggiunta di zuccheri o grassi sembra ridurre l’efficacia protettiva della bevanda. Inoltre, è stato osservato che il consumo ideale corrisponde a due o tre tazze al giorno. Bere una sola tazza offre comunque un beneficio significativo, con una riduzione del rischio pari al 16%.

Il team di ricerca, che ha collaborato con il Centro di chirurgia e salute pubblica del Brigham and Women’s Hospital, ha analizzato i dati raccolti da oltre 46.000 cittadini americani di età pari o superiore ai 20 anni. Questi dati provengono dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), un progetto di monitoraggio della salute e della nutrizione negli Stati Uniti. Il periodo di osservazione è durato mediamente tra i 9 e gli 11 anni, coprendo un arco temporale dal 1999 al 2018.

Durante lo studio, circa 7.000 partecipanti sono deceduti per varie cause. I ricercatori hanno confrontato i dati relativi al consumo di caffè riportati dai partecipanti attraverso questionari con i tassi di mortalità registrati. Le analisi hanno rivelato un’associazione statisticamente significativa tra il consumo di caffè nero e una diminuzione del rischio di morte prematura per tutte le cause. È importante sottolineare che lo studio si basa su un’analisi associativa e non dimostra un rapporto diretto di causa-effetto.

Un elemento interessante emerso dallo studio è che il caffè decaffeinato non ha mostrato alcun beneficio significativo sulla mortalità precoce. Questo risultato suggerisce che la caffeina potrebbe essere il principale composto responsabile degli effetti protettivi osservati.

Per minimizzare l’influenza di fattori confondenti, i ricercatori hanno tenuto conto di variabili come lo stile di vita sedentario, la presenza di condizioni mediche preesistenti e il consumo di alcol. Nonostante questi aggiustamenti, l’associazione tra il consumo moderato di caffè nero e la riduzione del rischio di morte prematura è rimasta evidente.

Il professor Fang Fang Zhang ha sottolineato l’importanza dei risultati ottenuti: “Questo studio aggiunge ulteriori prove ai crescenti dati che supportano i benefici del caffè per la salute umana. Tuttavia, è fondamentale considerare non solo la quantità consumata ma anche il modo in cui viene preparato e bevuto.”



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