Una stanza che sembra più una cella che una cameretta, quattro mura come orizzonte e il silenzio come unico amico. Già qui, da rabbrividire. È la storia assurda – e pure parecchio triste – di una bimba di sei anni trovata a Sorocaba, in Brasile, chiusa a chiave nella sua stanza dai genitori. Da sempre. Praticamente, non ha mai visto il mondo.
La polizia brasiliana è arrivata dopo una soffiata anonima. E che scena si sono trovati davanti, mamma mia: la piccola, mai messa piede a scuola, niente vaccini, non sapeva nemmeno parlare. Solo versi, tipo animale spaventato. Ti fa venire il groppo in gola solo a pensarci.
Gli assistenti sociali che l’hanno salvata hanno detto che era apatica, persa, come se tutto fosse nuovo e spaventoso. I capelli? Un disastro, pieni di nodi, sembravano dread involontari. Pare che vivesse solo a liquidi e, quando l’hanno trovata, non aveva nemmeno mangiato.
Dopo il salvataggio, dritta in ospedale per controlli e poi affidata a una casa famiglia. Almeno lì, forse, può cominciare a vivere per davvero. I genitori? In manette per sequestro di persona. E la madre, interrogata, zero pentimento. Manco una lacrima, solo risposte vaghe. Boh, robe che ti fanno perdere fiducia nell’umanità.
E come se non bastasse, questa storia riporta in mente un altro caso folle, stavolta in Spagna, a Oviedo. Tre fratellini sepolti tra immondizia, medicine ovunque, animali malati e condizioni da film horror. Non andavano a scuola, ancora coi pannolini a dieci anni, tutti chiusi in casa da quando è scoppiato il Covid. Quando li hanno trovati, avevano addosso tre mascherine ciascuno, come se bastasse a proteggerli dal mondo (ma dai). La madre americana e il padre tedesco hanno pure provato a giustificarsi: “Li proteggevamo”. Certo, come no.
Due storie che sembrano lontane, ma alla fine è sempre la stessa solfa: infanzia rubata da chi doveva prendersene cura. Fa venire voglia di urlare, davvero.



Add comment