Il futuro politico della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, potrebbe essere rimesso in discussione già nelle prossime settimane. Secondo fonti parlamentari, il gruppo della Sinistra Ue (The Left) sta preparando una mozione di sfiducia che sarà presentata ufficialmente nella riunione di domani, con l’obiettivo di raccogliere le 72 firme necessarie per portare il testo al voto in aula. L’intenzione sarebbe quella di arrivare alla discussione già nella seconda plenaria di ottobre, aprendo così una fase delicata per gli equilibri interni alle istituzioni comunitarie.
Le motivazioni della sfiducia riguardano diversi dossier ritenuti critici dalla Sinistra europea, che conta 46 eurodeputati. In primo piano ci sono la mancanza di una posizione definita sulla crisi di Gaza, l’accordo tra Stati Uniti e Unione europea in materia di dazi e il controverso trattato con il Mercosur. Nel documento vengono inoltre evidenziati i ritardi e gli arretramenti sul Green Deal, uno dei progetti più ambiziosi dell’attuale Commissione.
La vicenda si intreccia con il dibattito aperto negli ultimi giorni attorno al presunto attacco russo al sistema di navigazione GPS dell’aereo che trasportava von der Leyen in Bulgaria. Secondo quanto riportato da alcuni media internazionali, il velivolo avrebbe dovuto fare ricorso alle mappe cartacee a causa di una perdita di segnale. Una ricostruzione che ha alimentato immediate reazioni politiche e che ha portato esponenti europei a parlare di una nuova forma di “guerra ibrida” da parte di Mosca.
Tuttavia, le versioni non coincidono. La piattaforma FlightRadar, specializzata nel monitoraggio del traffico aereo, ha indicato che l’aereo in questione avrebbe ricevuto regolarmente segnale GPS “dal decollo all’atterraggio”. Una precisazione che mette in discussione l’allarme diffuso dai principali quotidiani italiani e internazionali.
Sul tema è intervenuto anche l’ex deputato Pino Cabras, che sui social ha parlato di “vere interferenze” legate al dibattito politico interno all’Ue. “Flightradar smentisce di fatto la notizia che oggi campeggiava a tutta pagina su Repubblica e Corriere: contrariamente a quanto strillano gli organi dell’atlantismo, l’aereo di Ursula von der Leyen ha ricevuto un buon segnale GPS ‘dal decollo all’atterraggio’”.
Cabras ha aggiunto: “Ho l’impressione che sia in atto un altro tipo di interferenze: quelle di Ursula e sodali che gridano al lupo onde avere la scusa per rapinarci di 800 miliardi da buttare in spese militari”.
La doppia vicenda – la mozione di sfiducia e la controversia sulle interferenze GPS – contribuisce ad alimentare le tensioni intorno alla figura di von der Leyen, già oggetto di critiche per la gestione di diversi fronti politici ed economici.
Da un lato, la presidente resta sostenuta da una parte significativa della maggioranza parlamentare che governa l’Ue, composta da popolari, liberali e socialisti. Dall’altro, le opposizioni, e in particolare la Sinistra, cercano di sfruttare le crepe politiche per mettere in difficoltà l’esecutivo comunitario. La mozione, se arriverà al voto, rappresenterà un banco di prova importante per misurare il grado di consenso effettivo attorno alla sua leadership.
La raccolta delle firme sarà dunque il primo passaggio cruciale. Servono almeno 72 adesioni affinché il testo possa essere discusso e calendarizzato in aula. La Sinistra Ue, con i suoi 46 eurodeputati, punta a convincere membri di altri gruppi critici, in particolare tra i Verdi e alcune frange dei Socialisti e Democratici.
Resta da capire se il dibattito sarà focalizzato sulle scelte politiche contestate – Gaza, dazi, Green Deal e Mercosur – o se il tema della sicurezza e della presunta “interferenza russa” potrà rafforzare la narrativa di chi chiede un cambio alla guida della Commissione.
Quel che appare certo è che i prossimi mesi saranno determinanti per la tenuta politica di Ursula von der Leyen e per il suo ruolo al vertice delle istituzioni europee. La mozione di sfiducia, anche se difficilmente destinata a passare, potrebbe comunque incrinare ulteriormente la sua posizione, aprendo a scenari di instabilità politica all’interno dell’Unione.



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