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Campi Flegrei, l’esperta Ingv Bianco: “È tra gli sciami sismici più duraturi. Il bradisismo è tornato attivo”



I Campi Flegrei stanno vivendo uno degli sciami sismici più intensi e lunghi degli ultimi anni. Dal pomeriggio di sabato 15 febbraio, sono state registrate oltre 240 scosse di terremoto, tra cui cinque di magnitudo superiore a 3.0. Le due più forti, entrambe di magnitudo 3.9, si sono verificate rispettivamente ieri pomeriggio nel Golfo di Pozzuoli e nella notte nella zona di Solfatara-Pisciarelli, più vicina a Napoli.



Secondo la direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Francesca Bianco, siamo in una fase di riacutizzazione del bradisismo, un fenomeno che ciclicamente interessa l’area flegrea. Ma qual è la situazione attuale e quali sono i rischi per la popolazione?

Uno sciame sismico intenso, ma non anomalo

La dottoressa Bianco ha spiegato che lo sciame sismico in corso non è un evento anomalo per i Campi Flegrei, ma rappresenta una conseguenza naturale del fenomeno del bradisismo. Questo processo, caratterizzato dal sollevamento del suolo, genera uno stress nella crosta terrestre che si manifesta con terremoti.

“Finché ci sarà sollevamento, ci sarà sismicità,” ha dichiarato Bianco, aggiungendo che il sollevamento attuale è di circa 10 millimetri al mese, un valore stabile rispetto alle stime precedenti. Tuttavia, con oltre 240 eventi registrati in pochi giorni, questo sciame potrebbe essere uno dei più lunghi degli ultimi anni, anche se sarà necessario attendere ulteriori dati per confermarlo.

Le scosse più forti e la percezione a Napoli

Le due scosse di magnitudo 3.9 hanno attirato particolare attenzione per la loro intensità e per la loro localizzazione. La prima, avvenuta nel Golfo di Pozzuoli, è stata percepita principalmente nell’area flegrea, mentre la seconda, registrata nella zona di Solfatara-Pisciarelli, è stata avvertita con maggiore intensità anche a Napoli, a causa della sua vicinanza alla città.

“Non c’è nulla di anomalo nella localizzazione di questi eventi,” ha spiegato Bianco. Entrambe le aree sono note per la loro sismicità e fanno parte delle zone sismogenetiche della caldera flegrea.

Cosa ci dicono i dati vulcanologici?

Dal punto di vista vulcanologico, lo sciame sismico non presenta al momento segnali di allarme imminente. Il monitoraggio multiparametrico effettuato dall’INGV mostra che i principali indicatori, come il flusso di gas delle fumarole e le concentrazioni chimiche, non evidenziano anomalie significative.

“Abbiamo notato un aumento del flusso nelle fumarole principali, ma si tratta di un ritorno ai livelli di inizio gennaio, dopo una leggera diminuzione nelle settimane precedenti,” ha chiarito Bianco. Anche la velocità di sollevamento del suolo rimane stabile, senza incrementi significativi rispetto ai dati precedenti.

La magnitudo massima attesa e i rischi per la popolazione

Uno degli aspetti più discussi riguarda la possibilità di terremoti più forti. Secondo studi recenti, il massimo evento atteso nell’area flegrea potrebbe raggiungere una magnitudo di 5.1. Tuttavia, questo non significa che un terremoto di tale intensità sia imminente.

“I terremoti non si possono prevedere, ma sappiamo che finché ci sarà attività di sollevamento, ci sarà sismicità,” ha sottolineato Bianco. La popolazione è invitata a seguire le indicazioni dei canali ufficiali e a mantenere la calma, evitando di affidarsi a notizie non verificate.

Un fenomeno che si ripete ciclicamente

La direttrice dell’INGV ha ricordato che fasi di riacutizzazione del bradisismo come quella attuale si sono già verificate in passato. Eventi simili si sono registrati, ad esempio, nel maggio 2024 e nel settembre-ottobre 2023, con sciami sismici caratterizzati da scosse di magnitudo comparabile.

Questi fenomeni fanno parte della naturale attività della caldera flegrea, un’area vulcanica complessa e attiva, che richiede un monitoraggio costante e approfondito.

La situazione attuale, pur essendo sotto controllo, ha comprensibilmente generato preoccupazione tra i residenti di Pozzuoli e dei quartieri occidentali di Napoli, molti dei quali hanno trascorso la notte in auto per paura di nuove scosse.

“Siamo vicini alla popolazione,” ha dichiarato Bianco. “Anche noi dell’Osservatorio Vesuviano percepiamo le scosse, ma continuiamo il nostro lavoro di monitoraggio per garantire informazioni precise e tempestive. Il consiglio è di affidarsi esclusivamente ai canali ufficiali e di seguire le indicazioni delle autorità competenti.”



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