L’Italia di Velasco è arrivata in finale al Mondiale di volley femminile e si becca la Turchia. Non proprio una partita qualunque – qua si parla di una roba grossa, tipo scontro tra titani. E, ovviamente, non manca la villain della storia: Ebrar Karakurt. Se non la conosci, beh… difficile non notarla. In Turchia la nominano e subito scoppiano polemiche. C’è stato un periodo in cui sembrava dovesse dire addio al sogno di giocare in nazionale, tanto era diventata scomoda.
Karakurt, per capirci, è una star che divide: fortissima in campo, gioca con una cattiveria che ti fa venire voglia di tifare per lei e contro di lei allo stesso tempo. Si è beccata il soprannome di “crazy volleyball player”, e mica per caso. Si porta dietro pure la fama da “bad girl”, roba che non se ne va nemmeno se si lava col detersivo. Litiga con arbitri, avversarie, compagne… nemmeno le sue coinquiline di squadra sono al sicuro. Tipo con Brovkina, ai tempi del Lokomotiv: prima la rissa sul campo, poi pure negli spogliatoi, e a quanto pare ha pensato bene di sfogarsi sulla macchina della compagna nel parcheggio. Sì, le ha fatto danni veri. Che dire, un tornado.
La cosa buffa? Tutti parlano delle sue scenate, dei suoi gesti plateali, delle urla, e quasi si dimenticano di quanto sia forte davvero. Ma in campo spacca sempre. Poi, come se non bastasse, in patria la massacrano anche per cose che non c’entrano un tubo con il volley. Nel 2021 ha postato una foto con la fidanzata e le si è scatenato l’inferno addosso: insulti omofobi a pioggia, articoli in cui la chiamavano “la vergogna della nazione”, e pure qualche politico che chiedeva di estrometterla dalla nazionale perché – pensa te – troppo scomoda. Insomma, Ebrar è un caso, dentro e fuori dal rettangolo di gioco. E ogni volta che scende in campo, sai già che succederà qualcosa.



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