La tragica vicenda di Vincenzo Gerardi, un uomo di 57 anni, si è consumata il 16 aprile a Samarate, in provincia di Varese, quando ha accoltellato a morte la moglie, Teresa Stabile, di 55 anni. La coppia stava attraversando un periodo difficile, culminato in una separazione dopo oltre 20 anni di matrimonio. A novembre, Teresa aveva deciso di tornare a vivere con i genitori, seguendo il consiglio del suo avvocato, ma Vincenzo non ha mai accettato la fine della loro relazione.
Secondo gli investigatori, Gerardi aveva premeditato l’omicidio, come dimostrerebbero alcune lettere testamentarie rinvenute nella sua abitazione. In queste lettere, il 57enne avrebbe indicato il giorno esatto in cui intendeva uccidere la moglie e successivamente togliersi la vita. I carabinieri lo hanno arrestato poco prima che potesse portare a termine il suo piano, ma per Teresa era ormai troppo tardi.
Gerardi è accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale e dalla premeditazione. Durante l’interrogatorio con il pm Ciro Caramore della Procura di Busto Arsizio, Vincenzo ha confessato di aver ucciso la moglie con un coltello, ma ha negato di aver pianificato l’omicidio. Ha sostenuto di averla incontrata per caso sotto l’abitazione dei genitori di Teresa, che si trovava lungo la stessa strada in cui vivevano insieme.
Tuttavia, i carabinieri della Compagnia di Busto Arsizio hanno trovato nella casa di Gerardi elementi che suggeriscono una premeditazione. In particolare, è emerso che il 57enne aveva scritto su almeno un paio di lettere testamentarie indirizzate ai figli l’intenzione di uccidere la moglie il 16 aprile e poi di togliersi la vita. Le indagini sul contenuto di questi documenti sono ancora in corso, ma la Procura ha già contestato a Gerardi l’omicidio volontario aggravato.
Nei prossimi giorni, il 57enne dovrà presentarsi davanti al gip di Busto Arsizio per la convalida dell’arresto. La vicenda ha suscitato grande attenzione e preoccupazione nella comunità locale, evidenziando i rischi legati a situazioni di violenza domestica.
La separazione tra Gerardi e Stabile era segnata da tensioni crescenti. Testimonianze raccolte in seguito all’omicidio hanno rivelato che Vincenzo aveva minacciato di suicidarsi se Teresa non fosse tornata a vivere con lui. Nonostante le minacce, Stabile non aveva mai sporto denuncia contro il marito, sperando che ciò non avrebbe provocato ulteriori reazioni violente da parte sua e che avrebbe facilitato le pratiche per la separazione.
Circa un mese e mezzo prima dell’omicidio, il loro figlio maggiore, di 28 anni, aveva denunciato Gerardi per violenza privata, segno che la situazione familiare era già critica. Quando Vincenzo ha accoltellato a morte Teresa, ha inviato un messaggio alla suocera poco prima di essere arrestato, scrivendo: “Ho fatto ciò che dovevo. Buona Pasqua.” Questa frase ha ulteriormente scioccato la famiglia e la comunità, evidenziando la gravità della situazione.
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