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Chi erano le vittime dell’ultraleggero precipitato: Massimiliano e Simona Monticone, 49 e 18 anni



Massimiliano e Simona Monticone, papà e figlia – 49 anni lui, appena 18 lei – se ne sono andati insieme, all’improvviso, in quel maledetto sabato mattina del 30 agosto. Stavano volando sopra le campagne tra Lamporo e Livorno Ferraris, nel Vercellese, quando il loro ultraleggero è piombato giù in un campo di riso. Una scena che nessuno vorrebbe mai vedere, roba da togliere il fiato. Morte sul colpo, dicono. Tutto ancora da chiarire: guasto? Errore umano? Chissà. Adesso la Procura di Vercelli sta scavando tra i rottami per capire cosa sia andato storto e chi, tra i due, fosse effettivamente ai comandi. Anche le autopsie – un passaggio obbligato – verranno fatte all’ospedale S. Andrea.



Padre e figlia, uniti non solo dal sangue ma pure dalla passione per il volo. Vivevano ad Alessandria. Massimiliano, ex pilota dell’Aeronautica, lavorava al centro radar Enav di Linate. Simona invece era una studentessa del liceo linguistico ‘Eco’. Una vita davanti, insomma, e pure un sacco di amici. E poi c’è Giuseppe Monticone, il nonno – volto noto in città, portavoce del Comitato Alluvionati, sempre in prima linea.

La botta? Fortissima, per tutta Alessandria. Il sindaco Abonante ha detto che la città si stringe alla famiglia – e stavolta non sono solo parole di circostanza. Pure il Capodanno Alessandrino è stato stravolto: niente brindisi a mezzogiorno, solo un minuto di silenzio a mezzanotte. Gelo.

La Virtus Alessandria Pallavolo, la squadra di Simona, ha scritto un post su Facebook che spezza il cuore: “Simona non era solo il libero della nostra Prima Divisione, era la compagna che tutti vorrebbero. Sempre col sorriso, sempre pronta ad aiutare. Il suo insegnamento? Giocare senza arrendersi, con la luce negli occhi”. Insomma, una di quelle persone che lasciano il segno per davvero.

Tutta la Virtus, le compagne di squadra, lo staff: tutti abbracciati – anche se solo idealmente – alla famiglia Monticone. Perché certe perdite, onestamente, non le sistemi con una frase fatta. Rimangono lì, come un pugno nello stomaco.



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