Chico Forti, sessantaseienne originario del Trentino, continuerà a scontare la sua pena in carcere, poiché il Tribunale di sorveglianza di Verona ha respinto la sua istanza di libertà condizionale. La decisione, attesa da giorni, giunge dopo che Forti ha trascorso oltre un anno in Italia dopo il suo rientro dagli Stati Uniti, dove era stato condannato all’ergastolo.
L’avvocato di Forti, Carlo Dalla Vedova, ha già annunciato che verrà valutato un ricorso in Cassazione contro il provvedimento del tribunale. La condanna di Forti risale al 2000, quando fu accusato dell’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike. Nonostante le accuse, Forti ha sempre proclamato la sua innocenza, e il suo caso ha suscitato un acceso dibattito nell’opinione pubblica italiana.
Recentemente, anche Amanda Knox, cittadina americana nota in Italia per il suo coinvolgimento in un caso di omicidio che la vide detenuta per anni prima della sua assoluzione, ha espresso il suo sostegno a Forti. Su X, ha scritto: “Libertà per Chico Forti!”, sottolineando l’importanza di garantire i diritti dei detenuti, un impegno che ha perseguito anche dopo il suo ritorno negli Stati Uniti.
Attualmente, Chico Forti sta scontando la sua pena nel carcere di Montorio a Verona, dove è stato trasferito poco più di un anno fa. I suoi legali sostengono che, durante la sua detenzione negli Stati Uniti, Forti avrebbe già scontato quasi cinque anni in più rispetto alla pena prevista in Italia per lo stesso reato. La questione della libertà condizionale è diventata particolarmente rilevante dopo che Forti ha trascorso 27 anni in carcere, di cui l’ultimo anno a Montorio.
Nei giorni precedenti la decisione, Gianni Forti, lo zio di Chico, aveva espresso ottimismo riguardo alla possibilità di ottenere la libertà condizionale. “C’è stata una udienza presso il Tribunale di sorveglianza per discutere sulla concessione della libertà condizionale a Chico. Abbiamo fondate speranze che gli venga concessa dopo 27 anni di reclusione, l’ultimo passato al carcere di Montorio a Verona,” aveva dichiarato. Gianni Forti ha anche evidenziato come la condotta del nipote sia stata impeccabile durante la detenzione, sostenendo che questo dovrebbe garantire il diritto alla scarcerazione secondo la legge italiana.
Dopo la notizia del rigetto dell’istanza, Gianni Forti ha confermato l’esito negativo, affermando: “L’istanza di libertà condizionale a Chico è stata rigettata. Bisogna ricorrere in Cassazione. Ci vorrà ancora molto tempo”. Questa situazione evidenzia le complessità legali e le sfide che Forti deve affrontare nel tentativo di ottenere la libertà.
Il caso di Chico Forti continua a sollevare interrogativi e discussioni, non solo per il suo passato giudiziario, ma anche per le implicazioni più ampie riguardanti il sistema penale e i diritti dei detenuti. La sua lunga detenzione e la condanna all’ergastolo hanno attirato l’attenzione di vari attivisti e sostenitori dei diritti umani, che vedono nel suo caso un esempio delle difficoltà che molte persone affrontano nel sistema giudiziario.
Le prossime settimane saranno cruciali per Forti, poiché il suo team legale prepara il ricorso in Cassazione. Nonostante le sfide, il supporto da parte di figure pubbliche come Amanda Knox potrebbe contribuire a mantenere alta l’attenzione sul suo caso. La questione della libertà condizionale rimarrà al centro del dibattito, mentre i legali di Forti continuano a lottare per i suoi diritti e per una revisione della sua condanna.



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