Un insegnante precario di Genova, Francesco, ha ricevuto una condanna che ha sconvolto la sua vita, dopo un episodio avvenuto mentre tornava a casa da un aperitivo con amici. La serata, che avrebbe dovuto essere un momento di celebrazione per un nuovo incarico di lavoro, si è trasformata in un incubo quando, a settembre, ha deciso di utilizzare la bicicletta per evitare di guidare dopo aver bevuto. Tuttavia, la sua scelta non lo ha messo al riparo dalle conseguenze legali.
Dopo una serata trascorsa a festeggiare, Francesco è stato fermato da una pattuglia di vigili urbani che gli ha sottoposto all’alcoltest. Il risultato è stato positivo, portandolo a ricevere una multa di 1.100 euro e una condanna a 60 giorni di reclusione, pena poi convertita in 130 ore di lavori socialmente utili. La condanna è stata considerata severa, probabilmente anche a causa dell’impossibilità di sequestrare la bicicletta.
La situazione è stata aggravata dalla necessità di trovare una struttura che permettesse a Francesco di scontare la sua pena. Nonostante la sua condotta responsabile di non aver guidato, il destino ha voluto che, mentre cercava di adempiere alla sua pena alternativa, si trovasse in difficoltà nel trovare un luogo disponibile. L’avvocato di Francesco, Alessandro Costa, ha dovuto affrontare diverse difficoltà per trovare una struttura che accettasse il suo cliente, alla fine riuscendo a ottenere l’accoglienza presso una bocciofila di Genova.
Attualmente, Francesco trascorre il suo tempo libero presso il circolo, dove si dedica a lavori socialmente utili insieme ad altri individui che si trovano nella stessa situazione. Le 130 ore di lavoro si rivelano un compito arduo, in quanto il circolo non offre molte attività da svolgere. La sua giornata è caratterizzata da compiti come la raccolta differenziata dei rifiuti, la pulizia del giardinetto e piccoli lavori di manutenzione, come ritoccare le pareti e riparare sedie e tavolini.
La bocciofila, pur essendo un luogo di incontro per molti, non ha un grande afflusso di lavoro, il che rende il tempo di Francesco lì particolarmente lungo e noioso. Le sue ore di lavoro sociale si trascinano, e la ripetitività delle mansioni rende l’esperienza ancora più pesante. Come sottolineano gli esperti legali, “dura lex, sed lex”, evidenziando la rigida applicazione della legge, anche in situazioni come quella di Francesco.
Questo episodio serve a mettere in luce le conseguenze legali che possono derivare da comportamenti imprudenti, anche quando si cerca di evitare di mettere in pericolo se stessi e gli altri. La scelta di Francesco di non guidare è stata sicuramente responsabile, ma ha comunque portato a un risultato inaspettato e severo.
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