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Ciclista travolto e ucciso sulla Pontebbana: il pirata si ferma per staccare la bici dal furgone e poi fugge. Arrestato



Nella mattinata di ieri, un tragico incidente ha avuto luogo sul ponte della Delizia, situato tra Valvasone e Codroipo, lungo la Statale 13 Pontebbana, al confine tra le province di Pordenone e Udine. Un operaio di 46 anni, originario dell’India e residente a San Vito al Tagliamento, ha perso la vita dopo essere stato investito da un furgone. L’incidente è avvenuto mentre la vittima, un bracciante agricolo, si stava recando al lavoro in bicicletta, indossando un giubbotto catarifrangente.



Secondo le prime informazioni, l’incidente è accaduto intorno alle 6:50. Il furgone, appartenente a una ditta padovana, ha travolto il ciclista con un impatto violento, sbalzandolo oltre il guardrail. La forza dell’urto è stata tale che il corpo dell’operaio è finito tra la spalletta del ponte e la carreggiata. Invece di fermarsi per prestare soccorso, il conducente ha proseguito la sua corsa, trascinando la bicicletta rimasta incastrata nello specchietto destro del veicolo. Solo dopo aver percorso circa un chilometro e mezzo, si è fermato per liberarsi della bicicletta, gettandola in un tombino vicino a un’azienda lungo la statale, nel tentativo di nascondere ogni prova dell’incidente.

A dare l’allerta ai soccorsi è stato un camionista di passaggio, che ha notato il corpo del ciclista a bordo strada. “Era fermo a terra – ha raccontato agli investigatori – mi sono fermato e l’ho visto in una pozza di sangue.” Nonostante l’arrivo immediato dei sanitari del 118 e dell’elisoccorso proveniente da Udine, per l’uomo non c’era più nulla da fare, e il medico ha potuto solo constatarne il decesso. I rilievi sono stati affidati ai carabinieri della compagnia di Udine, che hanno collaborato con i vigili del fuoco e la polizia locale di Codroipo, la quale ha gestito la viabilità.

Il ponte sul Tagliamento è rimasto chiuso per diverse ore, con il traffico gestito a senso unico alternato, fino al termine delle operazioni di rilievo, che si sono concluse intorno a mezzogiorno. L’identificazione della vittima non è stata immediata; i vigili del fuoco hanno recuperato gli effetti personali, incluso il portafoglio, nel greto del fiume Tagliamento, dove erano stati proiettati a seguito dell’impatto.

La Procura di Udine sta ora valutando la possibilità di eseguire un’autopsia per stabilire se l’operaio sia morto sul colpo o se, con un soccorso tempestivo, avrebbe potuto essere salvato. Le indagini hanno ricevuto un impulso significativo grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza posizionate nei pressi del ponte e del bivio Coseat.

I filmati hanno catturato un furgone bianco con lo specchietto destro distrutto mentre si allontanava in direzione Codroipo. La targa, chiaramente visibile nei fotogrammi, ha permesso ai carabinieri di avviare immediatamente le ricerche su tutto il territorio nazionale. Le indagini si sono concentrate su un veicolo intestato a una ditta del Padovano. Nel primo pomeriggio di ieri, grazie alla collaborazione tra i militari del Nucleo operativo radiomobile di Udine e i colleghi del Veneto, il furgone è stato localizzato a Ceggia, a circa 40 chilometri dal Friuli.

Alla guida del veicolo c’era un uomo di nazionalità italiana, dipendente di un’azienda padovana, ma non residente in Veneto. È stato trattenuto fino a tarda sera nella caserma dei carabinieri di San Donà, dove è stato interrogato. La Procura di Udine ha aperto un fascicolo nei suoi confronti, accusandolo di omicidio stradale e omissione di soccorso, mentre le indagini proseguono anche con il supporto delle forze dell’ordine veneziane. Il furgone sarà sottoposto a rilievi tecnici e confrontato con i frammenti trovati sul luogo dell’incidente.

Questo tragico evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza stradale e sull’atteggiamento dei conducenti nei confronti dei ciclisti. La comunità locale è in lutto per la perdita dell’operaio, e ci si aspetta che le indagini portino a una rapida risoluzione del caso, per garantire giustizia alla vittima e alla sua famiglia. La speranza è che episodi simili possano essere evitati in futuro, attraverso una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti gli utenti della strada.



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