Nel 1991, Cinzia Leone, all’apice della sua carriera, ha subito un aneurisma che l’ha paralizzata e costretta a una profonda riflessione sulla propria identità. In un’intervista con Fanpage.it, l’attrice, nota per il suo contributo alla TV satirica italiana, ha discusso le sfide che ha affrontato e il significato del suo nuovo spettacolo teatrale, “Mamma sei sempre nei miei pensieri, spostati!”, che sarà in scena in vari teatri, tra cui il Teatro Moderno di Latina e il Teatro Ghione di Roma.
Leone ha spiegato che la figura materna è fondamentale nella formazione culturale di ogni individuo. “La mamma è il più grande trasmettitore culturale che esista al mondo”, ha affermato, sottolineando come le esperienze e le paure delle madri possano influenzare profondamente le vite dei figli. “Noi andiamo in giro impostando le relazioni affettive senza saperlo come se fossero tutti mamma e papà”, ha aggiunto, riflettendo su come il nostro vissuto influenzi le relazioni future.
Riguardo alla sua malattia, Leone ha rivelato che, sebbene sia stata un’esperienza devastante, ha anche portato a una forma di conoscenza profonda. “È folle quello che sto per dire, ma ci sono momenti in cui io arrivo al punto di rendermi conto che quello che mi è successo a volte io lo ritengo una fortuna”, ha dichiarato. Secondo lei, toccare il fondo e dover ricostruire la propria identità ha aperto la strada a una comprensione più ampia del dolore umano.
Il suo spettacolo teatrale, descritto come profondamente comico, gioca sull’assurdità del rapporto madre-figlia, con Leone che interpreta sia se stessa che sua madre in video che interrompono il suo racconto. “È tutto giocato sull’assurdità di questo personaggio che svolge il ruolo materno nel posto sbagliato”, ha spiegato, evidenziando l’umorismo presente nel suo lavoro.
Quando le è stato chiesto del cinema e della cultura italiana contemporanea, Leone ha elogiato l’importanza di affrontare temi psicologici e relazionali. “Ringrazio, per esempio, gli psicologi che finalmente hanno capito che dovevano andare nei teatri a parlare con la gente”, ha affermato, sottolineando come la comprensione del mondo interiore sia fondamentale per le relazioni sociali.
Parlando del film “Selvaggi” del 1995, Leone ha condiviso il suo apprezzamento per la pellicola, che ritiene rappresentativa degli italiani di quel tempo. “La storia di questo gruppo di poveracci che precipitano su un’isola e, in una situazione drammaticissima, per sopravvivere riescono a litigare politicamente”, ha detto, evidenziando la necessità umana di appartenenza e identificazione.
Un altro tema importante nella conversazione è stato il ricordo di Antonello Fassari, un amico e collaboratore che ha avuto un ruolo significativo nella vita di Leone. “Antonello è un pezzo fondamentale della mia vita”, ha affermato, raccontando come la sua presenza continui a vivere negli spettacoli che porta in scena.
Riguardo alla sua esperienza in “La TV delle ragazze”, Leone ha descritto quegli anni come un periodo di libertà creativa. “Abbiamo voluto raccontare le donne viste da dentro, non da fuori”, ha detto, spiegando come le parodie che hanno realizzato non si concentrassero solo sull’aspetto fisico, ma sul contenuto e sul pensiero dei personaggi.
Infine, Leone ha parlato del suo rapporto con il regista Mario Monicelli e del suo ruolo in “Parenti Serpenti”. “Amo quel film e amo Mario Monicelli. Facendomi fare quel personaggio mi ha dimostrato grandissima fiducia”, ha dichiarato, esprimendo quanto fosse significativa l’opportunità di interpretare un ruolo così diverso da se stessa.
Quando si è parlato di fede e spiritualità, Leone ha condiviso la sua opinione sul concetto di Dio e sulle attuali ricerche tecnologiche per comprenderne l’esistenza. “Il rodimento di culo è: se c’è riuscito Dio, lo posso fare pure io”, ha detto, riflettendo sulla frustrazione umana nel cercare risposte definitive.
Infine, Leone ha mantenuto la sua vita privata riservata, affermando che ci sono esperienze personali che preferisce non condividere pubblicamente. “C’è stato un livello di sofferenza privata che è giusto che rimanga solo mio”, ha concluso, sottolineando l’importanza di proteggere la propria vulnerabilità in un mondo spesso superficiale.



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