Un tragico incidente ha scosso la comunità di Tivoli, dove Daniela Circelli, una donna di 39 anni, è stata investita e uccisa mentre attraversava sulle strisce pedonali per recarsi al lavoro. L’incidente è avvenuto la notte tra l’8 e il 9 settembre, quando Mohamed Samy Gebril, un operaio egiziano di 27 anni, ha guidato la sua Volkswagen Golf a una velocità di 85 chilometri orari, nonostante le condizioni meteorologiche avverse e la segnaletica che indicava un limite di velocità di 50 chilometri orari. Dopo aver travolto Circelli, l’uomo è fuggito senza fermarsi a prestare soccorso.
Dopo dieci giorni di indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Tivoli, Gebril è stato arrestato e successivamente condannato a otto anni e quattro mesi di reclusione per omicidio stradale e calunnia. Il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento, tenendo conto della gravità del reato e del tentativo dell’imputato di incolpare un suo connazionale, che in realtà era solo un passeggero nell’auto al momento dell’incidente. Inoltre, la patente di guida di Gebril è stata revocata.
L’avvocato della famiglia di Daniela Circelli, Tiziana Ronchetti, ha commentato la sentenza, affermando: “Non c’è pena che possa lenire la perdita di una figlia, di una madre e di una sorella. Ma siamo lieti che la giustizia abbia svolto il suo compito”. Ronchetti ha anche espresso rammarico per il tentativo della difesa di escludere la partecipazione processuale dei familiari della vittima, sottolineando che tale tentativo è stato vano di fronte al corretto funzionamento della giustizia.
La ricostruzione dell’incidente ha rivelato che, nonostante la pioggia battente e la scarsa visibilità, Gebril non ha rallentato mentre si avvicinava alle strisce pedonali. Il suo veicolo ha superato una Peugeot 207 che si era fermata per consentire a Circelli di attraversare, colpendola e sbalzandola per circa 37 metri. Le indagini hanno dimostrato che l’auto di Gebril aveva perso lo stemmino anteriore durante l’impatto, un dettaglio cruciale che ha aiutato gli investigatori a risalire al conducente.
Grazie all’analisi delle immagini registrate da 19 telecamere di sorveglianza, i carabinieri sono riusciti a confermare che Gebril era alla guida della Golf, di proprietà di un amico tunisino. Testimonianze da parte del proprietario dell’auto e del passeggero hanno ulteriormente avvalorato la versione degli eventi, portando all’arresto dell’imputato.
Daniela Circelli era madre di due ragazzi di 19 e 14 anni e viveva a Guidonia. Aveva recentemente iniziato a lavorare nei turni di notte presso la sede di Amazon a Settecamini. I genitori di Circelli, Angela e Saverio, hanno descritto la figlia come una persona generosa e combattiva, che non conosceva l’odio e affrontava le difficoltà con determinazione. “Daniela non conosceva l’odio”, hanno dichiarato, “ma non si arrendeva mai davanti a nessuna difficoltà”.
La condanna di Mohamed Samy Gebril rappresenta un passo verso la giustizia per la famiglia di Circelli, ma non può cancellare il dolore per la perdita di una madre e di una figlia. Questo caso ha messo in evidenza non solo le conseguenze tragiche degli incidenti stradali, ma anche la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza stradale, soprattutto in condizioni meteorologiche avverse.
Add comment