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Controllo al parco finisce nel sangue a Pesaro: carabiniere accoltellato da una “risorsa” mai rimpatriata



A Pesaro, per un soffio non ci scappava la tragedia. Un carabiniere si è visto puntare un coltello contro da uno spacciatore nigeriano durante un controllo antidroga al parco Miralfiore. Il trentenne, già noto alle forze dell’ordine e senza un tetto sopra la testa, stava vendendo eroina quando la pattuglia lo ha bloccato.



Appena si è accorto di essere nei guai, ha urlato contro gli agenti: “Non vi avvicinate o vi buco, maledetti sbirri!” Poi ha tentato la fuga. Ma quando i carabinieri lo hanno raggiunto, ha estratto un coltello con una lama lunga venti centimetri e ha colpito uno di loro. Solo la fortuna — e il calcio della pistola d’ordinanza, dove la lama si è fermata dopo aver bucato giubbotto e maglietta del militare — ha evitato il peggio.

Ne è nata una colluttazione furibonda: il giovane ha tirato calci, pugni e gomitate, ma alla fine i carabinieri l’hanno immobilizzato e arrestato. Addosso gli hanno trovato sei dosi di eroina e tutto l’occorrente per confezionarla.

Questo ragazzo era già stato arrestato a febbraio e, da pochissimo, gli era scaduto il Daspo Urbano che gli impediva di avvicinarsi ai punti caldi dello spaccio in città. In tribunale ha provato a negare tutto, anche l’attacco col coltello, ma nessuno gli ha creduto. Il giudice ha confermato l’arresto e l’ha mandato in carcere. L’avvocato ha chiesto ancora un po’ di tempo per valutare un rito alternativo, così si riparlerà della sua posizione a dicembre.



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