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Corre e vince 100 km mentre allatta: l’impresa della mamma runner Stephanie Case



Concludere una gara di 100 chilometri è un’impresa straordinaria per qualunque atleta, ma farlo pochi mesi dopo il parto, affrontando le difficoltà dell’allattamento durante la corsa, è un risultato che ha dell’incredibile. Questo è quanto realizzato da Stephanie Case, avvocata per i diritti umani e appassionata runner canadese, che ha trionfato nell’Ultra-Trail Snowdonia, una delle gare più impegnative del Regno Unito. La sua vittoria non si limita al risultato sportivo, ma veicola anche un messaggio importante: la maternità non deve essere vista come un ostacolo alla propria identità personale.



L’Ultra-Trail Snowdonia, che si svolge tra gli spettacolari paesaggi montuosi del Galles del Nord, è una sfida non solo per la lunghezza del percorso, ma anche per le difficoltà tecniche e climatiche che i partecipanti devono affrontare. Stephanie Case, che aveva dato alla luce la sua bambina sei mesi prima, non si aspettava di distinguersi in questa competizione. Il suo unico obiettivo era completare la gara, garantendo al contempo che la piccola Pepper fosse nutrita regolarmente.

Gli organizzatori dell’evento avevano concesso a Case un permesso speciale per fermarsi lungo il percorso e allattare. Durante la competizione, il compagno di Stephanie, John Roberts, è stato fondamentale nel portarle la bambina ai punti di ristoro. Tuttavia, le regole erano precise: John poteva solo consegnarle Pepper senza fornire ulteriore assistenza. L’intera gestione della gara, inclusi alimentazione, equipaggiamento e allattamento, era responsabilità esclusiva di Stephanie.

Nonostante queste sfide logistiche e fisiche, Case ha completato i 100 chilometri in 16 ore e 53 minuti, effettuando tre soste per allattare lungo il tragitto. Con grande sorpresa della stessa atleta, questo tempo le è valso la vittoria nella categoria femminile. “Non era nemmeno una possibilità che avevo considerato”, ha dichiarato in un’intervista alla CNN.

La storia di Stephanie Case è ancora più significativa se si considera il percorso personale che l’ha portata a questa gara. Dopo aver affrontato anni difficili segnati da aborti spontanei e tentativi di fecondazione assistita, Case aveva messo in pausa la corsa per tre anni. Quando finalmente è nata Pepper, Stephanie ha deciso di tornare gradualmente alla sua passione. “Appena ho ricominciato a correre, sei settimane dopo il parto, mi sembrava che gli organi dovessero uscirmi dal corpo… ma mi sentivo di nuovo me stessa”, ha spiegato.

Per molte donne, il periodo post-parto rappresenta un momento di trasformazione totale, in cui è facile perdere il senso della propria identità. Per Stephanie, invece, riprendere a correre è stato un modo per ritrovare una parte essenziale di sé stessa. “La maternità è una trasformazione totale. Ritrovare anche solo una cosa che resta stabile può fare la differenza”, ha affermato.

La sua impresa ha attirato l’attenzione non solo per l’aspetto sportivo, ma anche per il messaggio che trasmette: ogni donna ha il diritto di scegliere come vivere la propria maternità e di continuare a coltivare le proprie passioni. La storia di Stephanie Case dimostra che diventare madre non significa rinunciare a ciò che si era prima della gravidanza, ma piuttosto integrare questa nuova esperienza nella propria vita.

La vittoria di Stephanie all’Ultra-Trail Snowdonia è diventata rapidamente virale sui social media, suscitando ammirazione e riflessioni sul ruolo delle donne nello sport e nella società. Il suo esempio dimostra come sia possibile affrontare sfide straordinarie anche in condizioni apparentemente difficili, ispirando altre donne a credere nella propria forza e a non rinunciare ai propri sogni.



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