A 61 anni, Roberto Donadoni è un nome che continua a risuonare nel mondo del calcio italiano, ma la sua carriera da allenatore è ferma da cinque anni. L’ultima esperienza in panchina risale al 2018, quando ha chiuso la sua avventura con il Bologna. Successivamente, ha intrapreso un percorso poco fortunato in Cina con lo Shenzen, dove la situazione si è deteriorata rapidamente. “L’ho preso che stava retrocedendo e ci siamo salvati. La stagione successiva, dopo pochi mesi ho litigato col direttore sportivo, lo stesso che era stato al Tianjin Quanjian con Cannavaro“, ha spiegato Donadoni, aggiungendo che il suo ex direttore sportivo è stato descritto come “un delinquente” e che ha avuto problemi legali.
Dopo il suo esonero, avvenuto l’11 agosto 2020, Donadoni non ha più ricevuto offerte per allenare, in particolare quella che ha sempre atteso: un ritorno al Milan, squadra con cui ha scritto pagine memorabili della sua carriera da calciatore. Riguardo al suo legame con Silvio Berlusconi, l’ex presidente rossonero, Donadoni ha condiviso un aneddoto toccante. “Berlusconi con me fu eccezionale, ogni tanto lo sentivo ancora”, ha raccontato. “Sette giorni prima della sua morte chiamai il San Raffaele, mi rispose la segretaria, le chiesi di riferire che l’avevo cercato per un saluto. Il giorno dopo telefonò lui, la voce stanca ‘Oh Roberto‘, disse, ‘mi fa piacere che ti ricordi del tuo presidente’. Un groppo in gola, ero a un passo dalle lacrime”.
Nonostante il legame affettivo con Berlusconi, Donadoni ha affrontato un ostracismo nel suo percorso professionale. Galliani, ex amministratore delegato del Milan, è stato indicato come uno dei responsabili della mancanza di opportunità per l’ex calciatore. “Alla festa dei 125 anni del Milan, a inizio dicembre, ho incontrato il dottor Galliani. Mi ha chiesto del Monza. A Nesta non stava girando bene. Saltato Nesta… ho sperato che il Monza fosse una possibilità”, ha affermato Donadoni. Ha anche messo in discussione il motivo per cui non sia stato contattato dal club, notando che altri allenatori come Leonardo, Inzaghi, Seedorf, Brocchi e Gattuso hanno avuto la loro chance.
La sua frustrazione è palpabile, e Donadoni ha espresso il desiderio di tornare ad allenare, in particolare al Parma, dove ha un legame speciale: “Ci sarei tornato di corsa. Hanno scelto Chivu, non mi pare che abbia mai allenato in Serie A”. Nonostante le sue esperienze passate come CT della nazionale italiana e il suo vasto bagaglio di esperienza, Donadoni si trova in una situazione difficile. “Negli ultimi anni si sono fatti vivi altri, anche il Cagliari un paio di volte, ma le trattative non si sono mai intavolate”, ha detto.
La mancanza di opportunità lo rattrista, ma non lo abbatte. “Provo un po’ di amarezza, ma vivo ugualmente bene”, ha commentato. Donadoni ha espresso il desiderio di lavorare con i giovani, di contribuire alla loro crescita e di tornare a provare il “sapore del risultato”. “Ci sono situazioni che non posso governare, mi spiace di non poter lavorare con i giovani, di non provare il gusto di migliorarli”, ha aggiunto.
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