Dopo un lungo periodo di attesa, la famiglia di Mara Favro, originaria della Val di Susa, potrà finalmente darle l’ultimo saluto. La Procura ha concesso il nulla osta per la sepoltura della donna, scomparsa l’8 marzo 2024 e ritrovata mesi dopo. Nonostante ciò, il caso rimane aperto, con molte domande ancora senza risposta e due persone iscritte nel registro degli indagati.
La vicenda di Mara Favro, 54 anni, ha scosso profondamente la comunità della Val di Susa. La donna era impiegata presso una pizzeria a Chiomonte e, secondo alcune testimonianze, non si trovava più a suo agio nel luogo di lavoro. La sera della sua scomparsa avrebbe dovuto comunicare la decisione di licenziarsi, ma da allora di lei si erano perse le tracce. I suoi resti sono stati rinvenuti cinque mesi fa in un’area boschiva, insieme a occhiali da sole e alcuni vestiti che gli accertamenti hanno confermato appartenere a Mara Favro.
Le indagini sulla morte della donna sono ancora in corso. Gli investigatori hanno concentrato le loro attenzioni su due persone: il titolare della pizzeria, Vincenzo Milione, noto come Luca, e un ex dipendente, Cosimo Esposito. Entrambi sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, le versioni fornite dai due uomini presentano numerose contraddizioni, alimentando ulteriormente i sospetti.
Il titolare della pizzeria, Milione, continua a vivere nella sua abitazione situata nei pressi del locale dove lavorava Favro, mentre Esposito ha lasciato Susa poco dopo la scomparsa della donna. Gli avvocati che li rappresentano, rispettivamente Luca Calabrò per Milione e Elena Emma Piccatti per Esposito, stanno cercando di difendere le loro posizioni in un caso che sembra sempre più complesso.
I familiari di Mara Favro non si arrendono e chiedono giustizia per la loro congiunta. L’ex compagno della donna, Massimiliano Favro, ha dichiarato: “Gli assassini sono a piede libero e devono essere presi.” Inoltre, ha respinto categoricamente l’ipotesi che la donna possa essersi tolta la vita, nonostante alcuni messaggi inviati dal telefono di Mara nella notte della sua scomparsa avessero fatto pensare a questa possibilità.
Le indagini hanno registrato una svolta significativa lo scorso 8 agosto, quando i carabinieri hanno effettuato un’ispezione nella pizzeria dove lavorava Favro, cercando tracce della donna anche nelle cantine. Tuttavia, questa operazione non ha prodotto risultati concreti. Solo in autunno sono stati ritrovati alcuni oggetti personali nei boschi che hanno permesso di identificare i resti come appartenenti alla donna.
Secondo alcuni testimoni, Mara Favro aveva lamentato maltrattamenti sul luogo di lavoro e aveva manifestato l’intenzione di lasciare il suo impiego presso la pizzeria gestita da Milione. Questi dettagli hanno aggiunto ulteriori ombre su una vicenda che appare sempre più intricata.



Add comment