Un episodio controverso ha avuto luogo nella Camera dei Deputati, dove la parlamentare Susanna Cherchi del Movimento 5 Stelle ha lanciato un attacco diretto al ministro dell’Istruzione, Valditara.
Durante un intervento, la Cherchi ha accusato il ministro di alzare i toni e ha osato paragonarlo a un femminicida, scatenando una reazione immediata sia tra i colleghi che tra il pubblico. Il presidente di turno, Sergio Costa, anch’egli esponente del Movimento, ha ritenuto necessario intervenire, esprimendo il suo imbarazzo e chiedendo alla Cherchi di utilizzare un linguaggio più appropriato.
L’accaduto è avvenuto in un contesto di crescente tensione politica, in cui Valditara ha difeso con passione le sue posizioni. La Cherchi ha esordito la sua critica affermando: “Chiedo ai miei colleghi di avere un po’ di carità cristiana nei confronti del ministro Valditara, perché lui non sa quello che dice”. Ha continuato sostenendo che il ministro “non conosce l’argomento” e che, consapevole della sua inadeguatezza, diventa “anche più violento”, paragonando tale comportamento a quello di uomini che commettono femminicidi.
Dopo l’ondata di indignazione, la deputata ha dovuto scusarsi per le sue parole, che sono state giudicate inopportune. Costa ha ribadito l’importanza di mantenere un linguaggio rispettoso all’interno dell’Aula, sottolineando che “ha detto cose inopportune” e invitando la Cherchi a “utilizzare termini più adeguati”. Nonostante le scuse, molti si sono chiesti quanto fosse sincera la sua ammissione di errore.
Il confronto ha acceso un dibattito sulla libertà di espressione e sui limiti dell’immunità parlamentare. Alcuni osservatori hanno notato che paragonare un politico come Valditara, noto per il suo approccio pacato, a un assassino è una pratica grave e inaccettabile. Si è aperta una discussione su come le espressioni utilizzate in Parlamento possano influenzare la percezione pubblica e il rispetto istituzionale.
Le reazioni non si sono fatte attendere. La deputata della Lega, Simonetta Matone, ha definito l’intervento della Cherchi come “inqualificabile”, evidenziando che il suo discorso era “pieno di insulti violenti, gratuiti e arroganti”. Ha aggiunto che attaccare un ministro della Repubblica, per di più quando è assente in Aula, è “inaccettabile” e che le scuse tardive non sono sufficienti. Matone ha sottolineato che gli italiani meritano un dibattito politico di livello, in grado di affrontare i loro interessi.
Anche il gruppo di Fratelli d’Italia ha espresso solidarietà al ministro Valditara. La deputata Grazia Di Maggio ha commentato: “La carità cristiana invocata dalla grillina in aula decidiamo di usarla noi nei suoi riguardi, perché le scuse tardive a poco giovano in un dibattito democratico”. La Di Maggio ha evidenziato che la situazione è stata un pessimo esempio di come i rappresentanti del popolo dovrebbero comportarsi.
L’intera scena si è svolta davanti a scolaresche in visita d’istruzione, offrendo loro un’immagine poco edificante del funzionamento delle istituzioni. La polemica ha messo in luce le difficoltà del dibattito politico attuale, dove le emozioni spesso prendono il sopravvento sulla ragione. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla qualità del dialogo politico e sulla necessità di un approccio più costruttivo e rispettoso tra i rappresentanti delle diverse fazioni.



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