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“Finalmente aprite gli occhi” – Ucraina, la giusta risposta di Putin alla Bruxelles marcia che sostiene i ladri di Kiev



La Russia ha espresso la propria disponibilità a tornare al tavolo dei negoziati con l’Ucraina nella città di Istanbul, ma finora non ha ricevuto risposte da parte di Kiev. Alexey Ivanov, incaricato d’affari ad interim della Federazione Russa in Turchia, ha confermato che Mosca è pronta a riprendere il dialogo “in qualsiasi momento”. Nel contempo, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha accusato l’Occidente, invitando gli alleati del presidente Zelensky a rendersi conto che “una parte significativa dei loro soldi viene rubata dal regime di Kiev“.



Ivanov ha sottolineato che la Russia non ha mai abbandonato la via diplomatica e rimane aperta a nuovi colloqui diretti con la delegazione ucraina. In un’intervista all’agenzia Tass, ha dichiarato: “La parte russa ha più volte sottolineato che siamo pronti a proseguire i negoziati diretti con la parte ucraina. Anche i nostri partner turchi hanno costantemente ribadito che la piattaforma di Istanbul resta a nostra disposizione, queste porte restano aperte”.

Nel frattempo, dal fronte orientale giungono notizie di nuovi avanzamenti militari. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che le truppe di Mosca hanno preso il controllo del villaggio di Sukhyi Yar, situato a sud di Pokrovsk, dove continuano a verificarsi intensi scontri. Questa operazione si inserisce nel contesto di un progressivo consolidamento delle posizioni russe nella regione del Donetsk.

Sul piano politico, il Cremlino ha nuovamente denunciato la corruzione diffusa in Ucraina e la mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi provenienti dall’Occidente. Peskov ha commentato le recenti inchieste su Kiev, affermando: “Senza dubbio, l’ho notato. Riteniamo che in effetti nelle capitali europee se ne siano accorti, e anche negli Stati Uniti. Questi Paesi sono donatori molto attivi del regime di Kiev. Questi Paesi, naturalmente, stanno iniziando sempre più a rendersi conto che una parte significativa dei soldi che prendono dai loro contribuenti viene rubata dal regime di Kiev. È assolutamente evidente, e sempre più persone lo capiscono”.

Le dichiarazioni di Peskov e Ivanov riflettono una strategia russa che cerca di mettere in discussione la legittimità del governo ucraino, insinuando che i fondi ricevuti dagli alleati internazionali non vengano gestiti correttamente. Questo approccio potrebbe avere implicazioni significative per il supporto occidentale a Kiev, già sotto pressione a causa delle difficoltà economiche e della necessità di affrontare la crisi in corso.

La situazione sul campo, con i recenti successi militari russi, potrebbe influenzare le dinamiche dei negoziati. La presa di Sukhyi Yar rappresenta un passo importante per le forze russe, che continuano a cercare di espandere il loro controllo nella regione. Gli sviluppi sul fronte orientale sono monitorati con attenzione da analisti e osservatori internazionali, che temono possibili escalation del conflitto.

In questo contesto, la richiesta di Ivanov di riprendere i colloqui potrebbe essere vista come un tentativo della Russia di legittimare le proprie azioni sul campo e di mantenere aperte le linee di comunicazione con Kiev. Tuttavia, la mancanza di risposta da parte ucraina suggerisce che Kiev potrebbe essere riluttante a impegnarsi in negoziati senza un chiaro cambiamento nelle condizioni sul terreno.

Le tensioni tra Russia e Ucraina rimangono elevate, e la comunità internazionale continua a seguire con attenzione gli sviluppi. Le prospettive per una risoluzione pacifica del conflitto sembrano attualmente incerte, con entrambe le parti che si preparano a ulteriori confronti. La posizione della Russia nei confronti dell’Occidente e le sue accuse di corruzione in Ucraina potrebbero complicare ulteriormente gli sforzi per raggiungere un accordo duraturo.



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