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Fronda contro Elly Schlein, il PD si divide: “È lui l’unico capace di battere Meloni”



Il clima politico all’interno del Partito Democratico (Pd) è caratterizzato da tensioni e manovre strategiche, specialmente in vista delle prossime elezioni. Dopo aver superato il conflitto con Michele Emiliano, il governatore uscente della Puglia, che ha deciso di accontentarsi di un incarico in giunta e di una posizione in Parlamento per il 2027, il nuovo ostacolo per Antonio Decaro nella sua corsa verso la Regione è rappresentato dal veto su Nichi Vendola.



In risposta a questa situazione, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha chiarito durante la festa di Avs che i candidati devono essere scelti liberamente, senza imposizioni, pur suggerendo a Vendola di compiere un gesto di generosità. Questo contesto ha spinto i delusi dalla leadership attuale a unirsi attorno a Decaro, stimolando le sue ambizioni a livello nazionale.

La possibilità di un confronto diretto con Schlein è concreta; Decaro sta valutando la possibilità di candidarsi alla segreteria del partito nel prossimo congresso. A sostenerlo ci sono figure di spicco dell’area riformista del Pd, come Lorenzo Guerini e Dario Franceschini, che tentano di sfruttare il malcontento di Decaro nei confronti dell’atteggiamento di Schlein, la quale, secondo quanto riportato da Il Foglio, non risponderebbe alle sue chiamate da mesi. In questo scenario, anche Andrea Orlando e Stefano Bonaccini si schierano a favore dell’ex sindaco di Bari, mentre Goffredo Bettini lavora per garantirgli un appoggio esterno.

Decaro rappresenta un profilo ideale per sfidare Giorgia Meloni sul piano della comunicazione e potrebbe unire gran parte del campo largo, comprendendo forze politiche come Azione, Italia Viva e il Movimento 5 Stelle, oltre alle frange riformiste del Pd. La sua ritirata dalla corsa per le regionali potrebbe essere una strategia per consolidare la sua posizione nella competizione per la segreteria del partito. Schlein ha ripetutamente affermato che Decaro è il candidato del Pd, e contraddire questa linea potrebbe innescare una crisi interna.

Tuttavia, prima di ogni passo, sarà fondamentale il congresso del Pd. I sostenitori di Decaro si interrogano su come procedere nella sua scalata alla leadership: sarà più vantaggioso partire dall’Europa o dalla Puglia? Alcuni analisti ipotizzano che il veto su Vendola e Emiliano, apparentemente autoimposto e complesso da superare, possa fungere da strategia di uscita per evitare di rimanere bloccato alla guida della Regione e puntare invece alla segreteria del partito.

Se Decaro decidesse di ritirarsi dalla competizione per la Puglia, il Pd ha già un piano B. Il nome in pole position per la candidatura sarebbe quello di Francesco Boccia, ex ministro e mediatore nelle trattative con Emiliano. Un’altra opzione è Michele Laforgia, che, nonostante la sconfitta alle ultime comunali, è ben visto da Avs e dal Movimento 5 Stelle.

La situazione potrebbe chiarirsi durante l’incontro di domenica a Reggio Emilia, dove insieme a Schlein dovrebbero partecipare i due candidati del campo largo per il Sud, tra cui Decaro e Roberto Fico.

Un ulteriore elemento di tensione si è manifestato all’interno del Pd con la coincidenza di eventi organizzati da Pina Picierno e Elly Schlein. Mentre Schlein chiuderà la Festa Dem a Reggio Emilia, Picierno ha programmato la prima Conferenza europea per la libertà e la democrazia a Ventotene, affrontando temi divisivi come il riarmo europeo e il sostegno all’Ucraina. Questo evento, che si svolgerà negli stessi giorni, si propone come un atto di sfida nei confronti della leadership di Schlein, che non parteciperà alla conferenza, ritenuta non conclusiva.

Picierno, nel suo annuncio su Facebook, ha sottolineato l’importanza dell’evento e la presenza di ospiti di rilievo, tra cui Julija Navalnaya, Shirin Ebadi, Oleksandra Matviichuk e Sviatlana Tsikhanouskaya, tutte figure simboliche nella lotta per i diritti umani e la libertà.



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