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Garlasco, analisi sul tampone salivare: perché il Dna maschile potrebbe non portare a un nome



Oggi si svolgeranno ulteriori esami sul materiale genetico maschile rinvenuto nel tampone orale di Chiara Poggi, vittima del noto omicidio avvenuto a Garlasco nel 2007. Questi accertamenti potrebbero fornire elementi utili per risolvere alcune delle questioni ancora aperte. La quantità di cellule maschili individuata è sufficiente per identificare con certezza un individuo? Gli esperti sono divisi: mentre alcuni parlano di 22 marcatori genetici, il genetista della famiglia Poggi, Marzio Capra, sostiene che non superino i 16. In ogni caso, si tratterebbe di informazioni limitate, poiché “è sempre cromosoma Y, quindi identifica parzialmente”, ha dichiarato Capra.



La traccia genetica in questione non è l’unico elemento rilevato durante l’incidente probatorio. Tuttavia, la quantità di DNA maschile presente in altri reperti è stata descritta come estremamente ridotta. “Una traccia per essere considerata significativa deve avere almeno 100 picogrammi di materiale. In questo caso invece abbiamo trovato valori pari a 0,1”, ha spiegato Capra. Ha inoltre sottolineato come reperti come un tappetino del bagno possano facilmente essere contaminati da particelle trasportate dalle scarpe o da altri oggetti.

La Procura sembra considerare la nuova traccia sul tampone orale come qualcosa di più rilevante rispetto a una semplice contaminazione accidentale. Questo potrebbe suggerire un contatto diretto tra l’assassino e la vittima. Gli accertamenti odierni mirano a verificare questa ipotesi e a determinare se la quantità di DNA sia sufficiente per identificare l’origine del materiale genetico. Un’altra traccia maschile trovata sullo stesso tampone è stata attribuita all’assistente del medico legale che ha eseguito l’autopsia, con un quantitativo molto ridotto di DNA.

Nel corso delle indagini, gli investigatori stanno valutando la possibilità che l’attuale indagato, Andrea Sempio, fosse presente sulla scena del crimine. L’accusa formulata nei suoi confronti è quella di omicidio volontario in concorso con Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per il delitto. Tuttavia, essendo Stasi già stato processato e condannato, non è possibile imputare lo stesso reato a un’altra persona senza considerare il concorso. Per ora, si tratta solo di ipotesi che necessitano ulteriori conferme.

Un aspetto che gli investigatori stanno cercando di chiarire è la presenza di una quantità significativa di DNA maschile nella bocca della vittima. Tra le ipotesi al vaglio c’è quella secondo cui Chiara Poggi potrebbe aver morso il suo aggressore durante una colluttazione o che il killer abbia cercato di soffocarla tappandole la bocca. Questo scenario contrasta con le precedenti conclusioni di periti e medici legali, secondo cui la giovane non avrebbe avuto il tempo di difendersi.

Nel frattempo, gli inquirenti stanno procedendo con l’analisi dei DNA degli amici di Andrea Sempio, nel tentativo di escludere eventuali contaminazioni o collegamenti indiretti. L’attenzione resta alta su ogni dettaglio che possa offrire nuove prospettive sul caso e portare a una maggiore chiarezza.

L’omicidio di Chiara Poggi continua a rappresentare uno dei casi più complessi e controversi della cronaca italiana. A distanza di 18 anni dal tragico evento, le indagini proseguono nel tentativo di risolvere definitivamente il mistero e rendere giustizia alla vittima. Gli esiti degli esami odierni potrebbero aggiungere un tassello importante alla ricostruzione della verità, ma al momento le ipotesi restano aperte e le certezze ancora limitate.



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