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Giovane madre muore dopo operazione d’urgenza: famiglia denuncia assenza di consenso informato



La famiglia Marino, rappresentata dall’avvocato Alessandro Dimauro, ha presentato un esposto alla Procura di Torino. Sostiene che la ventiseienne Giorgia Marino, madre di una bambina di quattro anni e dipendente Amazon, sia stata sottoposta a un secondo intervento chirurgico senza firmare il consenso informato. Morta il 9 giugno alle Molinette, dopo essere entrata in coma farmacologico e in arresto cardiaco, ora si attende l’autopsia per far luce sull’accaduto  .



Solo pochi giorni prima del decesso, il 30 maggio, Giorgia Marino era rimasta coinvolta in un grave incidente in moto a Torino, nel quartiere Mirafiori. Una Opel non le avrebbe dato precedenza, trascinando la giovane contro delle auto parcheggiate. Nell’impatto riportò multiple fratture (bacino, costole, ginocchia, scapole), perforazione polmonare, lacerazione della milza e lesioni renali  .

Trasportata al Cto, fu messa in coma farmacologico e operata per la prima volta al ginocchio destro. Pochi giorni dopo, il 5 giugno, venne sottoposta a un nuovo intervento per la frattura del bacino. Durante il trasferimento in rianimazione ebbe un arresto cardiaco: intubata e collegata a macchinari alle Molinette, nei tre giorni successivi non mostrò alcuna attività cerebrale e fu dichiarata deceduta il 9 giugno  .

In seguito alla tragedia, la famiglia – assistita dall’avvocato Alessandro Dimauro – ha depositato formale denuncia per chiedere chiarimenti: sostengono che Giorgia non abbia mai firmato alcun consenso informato prima dell’operazione al bacino e che non fosse nelle condizioni di autorizzare un secondo intervento così delicato  .

L’esposto punta inoltre a valutare se si potessero adottare alternative terapeutiche meno invasive. La Procura ha aperto un’inchiesta, ordinando l’autopsia e chiedendo la produzione delle cartelle cliniche. L’obiettivo è verificare eventuali responsabilità dei medici della Città della Salute di Torino  .

Il compagno Jeric, distrutto, condivide il dolore della figlia rimasta orfana: «Giorgia era bellissima, non meritava di morire così», ha dichiarato davanti ai cronisti  . Da parte sua, l’avvocato Dimauro afferma che «non firmò nulla e non furono informati sui rischi dell’intervento». La famiglia chiede verità per comprendere se l’intervento fosse davvero necessario e se fossero più opzioni percorribili  .

Secondo il Codice deontologico e la legge italiana n. 219/2017, il consenso informato – scritto o verbale – è obbligatorio per ogni procedura con rischi significativi. È diritto del paziente e responsabilità del medico garantire l’autonomia decisionale e documentarla nella cartella clinica  .



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