La tragica morte di Lars S.S., un norvegese di 25 anni ed ex pilota dell’Aeronautica, avvenuta il 28 ottobre 2023, ha sollevato numerosi interrogativi. Le autorità stanno esaminando tre possibili scenari: un malore provocato da una combinazione di farmaci e alcol, un’omissione di soccorso attribuita a un tassista abusivo o un tentativo di rapina ai danni del giovane. La vicenda è ora sotto l’attenzione della gip Tiziana Landoni, dopo che la famiglia del ragazzo si è opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nei confronti del tassista.
Secondo i registri ospedalieri, Lars S.S. è stato trasportato d’urgenza al Fatebenefratelli di Milano intorno alle 6 del mattino del 28 ottobre, in arresto cardiocircolatorio. Gli esami iniziali hanno evidenziato nel suo sangue la presenza di promazina e clotiapina, due farmaci antipsicotici per i quali il giovane non risultava avere alcuna prescrizione medica. Le indagini hanno rivelato che a portarlo in ospedale non è stato un amico, come inizialmente dichiarato, bensì un tassista abusivo di origini romene, privo di patente.
Interrogato dagli inquirenti, il tassista ha raccontato di aver trovato Lars S.S. in evidente stato di alterazione davanti a una discoteca. Dopo averlo fatto salire in macchina, si sarebbero fermati presso un chiosco per acquistare panini e birre, pagati dal giovane con carta di credito. Successivamente, il 25enne avrebbe chiesto di essere accompagnato in corso Buenos Aires per cercare prostitute. Durante il tragitto, tuttavia, il ragazzo avrebbe accusato un malore e perso conoscenza. Il tassista ha affermato di aver quindi contattato il 118 per richiedere assistenza medica.
La Procura ha richiesto l’archiviazione dell’ipotesi di omissione di soccorso, ma la famiglia di Lars S.S. ha presentato opposizione. Gli avvocati della famiglia, Federico Consulich ed Elio Giannangeli, hanno sottolineato alcune incongruenze nelle dichiarazioni del tassista. In particolare, hanno evidenziato che lo smartphone del giovane non segnalava uno stato di ubriachezza e che sull’estratto conto della sua carta di credito non risultava alcun pagamento al chiosco, contrariamente a quanto affermato dall’uomo. Inoltre, i legali hanno posto l’attenzione sul tempo impiegato per raggiungere il pronto soccorso: secondo loro, è improbabile che siano stati necessari 70 minuti per percorrere una distanza di soli 1,5 km.
Un altro elemento emerso durante le indagini riguarda il passato del tassista. Gli avvocati della famiglia hanno infatti scoperto una coincidenza con un episodio risalente al 2011, in cui lo stesso uomo era stato accusato di rapina e violenza sessuale nei confronti di una ragazza che aveva accettato un passaggio da lui all’uscita di una discoteca. Secondo i legali, questo precedente potrebbe suggerire che il tassista abbia approfittato della situazione per derubare Lars S.S.. La loro ipotesi è che l’uomo abbia somministrato al giovane sostanze sedative per stordirlo, provocando una reazione tossica che ne avrebbe causato la morte.
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