Sabato 29 novembre, poco prima delle ore 16:00, una giovane donna di 23 anni, di origini bengalesi, è stata vittima di un’aggressione a Bergamo. L’aggressore, un connazionale di 27 anni di nome Amran Md., ha inizialmente infastidito la vittima durante un viaggio sull’autobus della linea 5, che collega Lallio alla città di Bergamo. Nonostante il rifiuto della giovane, l’uomo ha continuato a molestarla, arrivando a proferire insulti di natura sessuale.
Al termine del viaggio, la vittima è scesa dall’autobus in via Zambonate, seguita dall’aggressore. Consapevole del pericolo, la giovane ha scattato alcune fotografie di Md. e le ha inviate al suo fidanzato, esprimendo il suo timore. Quest’ultimo ha immediatamente allertato le forze dell’ordine.
Avendo notato di essere stato fotografato, Md. ha reagito con violenza, estraendo una bottiglia di vetro frantumata dallo zaino e minacciando la vittima di morte. La giovane ha nuovamente contattato il fidanzato, chiedendogli di raggiungerla a Porta Nuova.
La situazione è precipitata quando Md. ha afferrato la vittima per un braccio, trascinandola in un portone di via San Lazzaro e sbattendola contro un muro. Successivamente, l’aggressore ha iniziato a colpire la giovane con pugni alla testa e a graffiarla. Al pronto soccorso, la vittima è stata diagnosticata con un trauma cranico lieve e una prognosi di tre giorni.
Durante l’aggressione, la giovane vittima ha continuato a urlare, invitando l’aggressore, Md., a chiamare chi volesse, affermando che nessuno sarebbe intervenuto in suo soccorso. Tuttavia, una passante di 25 anni, udendo le grida della vittima, ha aperto il portone in cui si stavano consumando le violenze e ha immediatamente allertato le forze dell’ordine, così come aveva fatto il fidanzato della 23enne, che era riuscito a localizzare la compagna tramite il sistema di localizzazione GPS.
Md. ha minacciato la testimone 25enne, intimandole di andarsene. In via San Lazzaro, il fidanzato della vittima è giunto sul posto e ha fermato Md. Successivamente, sono intervenuti gli agenti di polizia, che hanno proceduto all’arresto dell’aggressore.
Si è appurato che, poche ore prima dell’aggressione, il 27enne, assistito dall’avvocata Eleonora Prandi, era stato sottoposto a processo per il furto di 12 bottiglie di alcolici, due giubbotti e tre zaini presso il supermercato Lidl. Il giudice ha disposto l’obbligo di firma, mentre il pubblico ministero ha richiesto la custodia cautelare in carcere.
Inoltre, sono emersi ulteriori precedenti penali a carico del giovane. A settembre, era stato arrestato per rapina impropria a Desenzano del Garda, e ad agosto per rapina e resistenza a Venezia.
Interrogato dalla polizia, Md. ha dichiarato di risiedere a Bergamo, ma il suo nome risulta cancellato dal registro dei residenti. Non possiede più il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nel corso dell’interrogatorio, ha sostenuto di essere stato aggredito dalla 23enne, negando di aver commesso qualsiasi violenza. Tuttavia, le sue dichiarazioni non sono state ritenute credibili.
Il giudice Alberto Longobardi ha disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo il giovane “non credibile”, “refrattario” e autore di “fatti gravi” commessi con “brutale violenza”.



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