L’Alabama esegue la prima condanna a morte con gas azoto: il caso di Demetrius Frazier riaccende il dibattito su giustizia, razzismo e metodi di esecuzione.
Demetrius Frazier, un uomo afroamericano di 52 anni, è stato giustiziato giovedì 6 febbraio in Alabama con un’inalazione di gas azoto, un metodo altamente controverso che ha sollevato numerosi interrogativi. La sua condanna risale al 1996, quando fu riconosciuto colpevole di una serie di stupri e dell’omicidio di due donne, crimini avvenuti tra il 1991 e il 1992.
Una scia di violenza che ha sconvolto due Stati
Nel 1991, Frazier aveva brutalmente ucciso Pauline Brown, una donna di 40 anni e madre di due figli, nella città di Birmingham, Alabama. Secondo le ricostruzioni, l’uomo era entrato con la forza nell’appartamento della vittima, l’aveva violentata e poi le aveva sparato alla testa.
Un anno dopo, nel 1992, Frazier si era reso responsabile dell’omicidio di Crystal Kendrick, una ragazza di soli 14 anni, nello stato del Michigan. In questo caso, aveva ricevuto una condanna all’ergastolo, dato che il Michigan non prevede la pena di morte. Inoltre, era stato condannato per altri due casi separati di stupro.
Un trasferimento controverso e il dibattito sul metodo di esecuzione
Nel 2011, Frazier fu trasferito in Alabama per essere processato per il caso Brown. Gli appelli presentati per farlo tornare in Michigan e scontare lì l’ergastolo furono respinti. Allo stesso modo, le richieste legali che denunciavano il metodo del gas azoto come una forma di “punizione crudele” non ebbero successo.
L’esecuzione è stata condotta iniettando gas azoto in una maschera facciale, provocando il soffocamento del prigioniero. Questo metodo, mai utilizzato prima in Alabama, è stato oggetto di numerose critiche da parte degli attivisti per i diritti umani, che lo considerano disumano e sperimentale.
Le ultime parole di Frazier e le accuse di razzismo
Prima della sua esecuzione, Frazier si è rivolto alla famiglia e agli amici di Pauline Brown per chiedere scusa. “Ciò che le è successo non sarebbe mai dovuto accadere”, ha dichiarato. Ha anche espresso rammarico verso la comunità nera, riconoscendo il dolore causato dai suoi crimini.
Durante il processo, Frazier aveva accusato la giuria – composta prevalentemente da persone bianche – di aver agito con pregiudizi razziali. Tuttavia, queste accuse non hanno avuto alcun impatto sull’esito finale del caso.
Il Procuratore generale dell’Alabama, Steve Marshall, ha commentato l’esecuzione con parole dure: “Per più di tre decenni la famiglia di Pauline Brown ha atteso giustizia. Stasera quell’attesa è finita. Demetrius Frazier era un mostro che ha brutalmente tolto la vita a due donne innocenti e ha lasciato dietro di sé una scia di violenza indicibile”.
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