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Gli avvocati delle cugine Cappa annunciano azioni legali contro notizie diffamatorie che coinvolgono la famiglia nella vicenda di Chiara Poggi



La famiglia Cappa, legata a Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, ha deciso di rompere il silenzio dopo giorni di speculazioni e notizie infondate che hanno coinvolto le cugine Paola e Stefania Cappa. Gli avvocati della famiglia, Gabriele Casartelli e Antonio Marino, hanno pubblicato un comunicato in cui dichiarano di essere pronti a difendere la reputazione delle gemelle contro le informazioni diffamatorie diffuse dai media e sui social network. “Dovendo constatare che, ormai, non passa giorno senza che vengano diffuse dagli organi di stampa e dai social, in modo del tutto incontrollato, le più assurde ed implausibili pseudo-informazioni, la famiglia Cappa comunica che non tollererà oltre questo modo di agire illecito e contrario alle norme di civile convivenza”, si legge nel comunicato.



La crescente attenzione mediatica sulle cugine Cappa è stata alimentata da recenti dichiarazioni di un presunto testimone, il quale ha riferito di aver visto una delle due cugine recarsi nella casa della nonna, situata a Tromello, nei pressi di Garlasco, poco dopo l’omicidio di Chiara. Secondo quanto riportato, la donna sarebbe apparsa agitata e avrebbe portato con sé un borsone, gettando successivamente un oggetto nel canale sottostante. Queste affermazioni hanno spinto i carabinieri e i vigili del fuoco a ispezionare il canale, da cui sarebbero stati recuperati oggetti considerati “potenzialmente utili alle indagini”.

Tuttavia, è importante sottolineare che, in precedenti indagini, le sorelle Cappa non sono mai state indagate né è emerso nulla che le collegasse al delitto. Fonti investigative hanno chiarito che le indagini sul canale sono secondarie rispetto a quelle riguardanti Andrea Sempio, per il quale è stato avviato un nuovo filone di indagini dalla Procura di Pavia.

La famiglia Cappa ha espresso preoccupazione per il modo in cui le notizie vengono diffuse, ritenendo che queste non siano collegate a un reale interesse per la giustizia, ma piuttosto a una caccia al sensazionalismo che danneggia la loro reputazione. “Siamo pronti a tutelare la reputazione della famiglia a fronte di notizie di carattere diffamatorio diffuse dagli organi di stampa e dai social che nulla hanno a che vedere con pretesi ma inesistenti obiettivi di giustizia”, hanno affermato gli avvocati.



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