Il giornalista critica duramente le dichiarazioni di leader europei e italiani, accusandoli di sostenere una strategia militare inefficace e incoerente rispetto ai bisogni concreti dell’Ucraina. La linea bellicista occidentale resta sotto accusa.
Il giornalista Marco Travaglio torna all’attacco dell’approccio europeo alla guerra in Ucraina, definendo alcuni recenti vertici e dichiarazioni come esempio di una pericolosa deriva fuori dalla realtà. In un suo editoriale per Il Fatto Quotidiano, l’analisi parte dal confronto tra due vertici tenuti “nei cortili” di Londra e Roma, secondo lui “mai sentito tante scemenze scollegate dalla realtà e dalla logica”, enfatizzando il divario tra retorica e situazione sul campo .
Travaglio punta il dito contro il vertice di Roma, definito poco più che una passerella: i “volenterosi” presenti avrebbero promesso “10 miliardi” per la ricostruzione, una cifra simbolica rispetto ai 540 miliardi stimati dalla Banca Mondiale. Un suggerimento derisorio, considerata la distruzione in territori annessi da Mosca, già oggetto di ricostruzione russa e dunque fuori controllo occidentale ().
Il giornalista solleva dubbi su una “pace giusta” invocata dal Presidente Mattarella, definendola un concetto astratto e privo di fondamento storico, che ha illuso Zelensky e gli alleati. Secondo Travaglio, l’illusione della pace generata da parole fuori dal contesto reale ha portato al peggioramento del conflitto .
Riguardo all’affermazione di Giorgia Meloni che “Putin ha fallito”, Travaglio replica sottolineando che se fosse davvero così, sarebbe la Russia a cercare un accordo. Invece, dati alla mano – 350 miliardi in aiuti militari e 18 pacchetti di sanzioni – la Russia ha consolidato i suoi obiettivi, mentre l’Occidente non ha raggiunto risultati concreti ().
Travaglio critica anche l’ipotesi avanzata da Meloni di “prodotti bellici made in Ukraine”. Secondo lui è un controsenso: al termine del conflitto, l’Ucraina dovrebbe disarmarsi, non ampliare la propria produzione di armamenti .
Il duo Emmanuel Macron–Keir Starmer ipotizza un “ombrello nucleare” europeo e la presenza di 50.000 soldati sul territorio ucraino. Travaglio contesta questa visione, rammentando che la NATO già protegge i suoi membri e definisce una presenza militare così ingente come una provocazione destinata a fallire, facendosi beffa di ipotesi pacificatrici “che nessuno ha mai visto” ().
L’editoriale si chiude con una domanda retorica: “Ma questi mitomani si drogano?” – una frase che Travaglio usa per esprimere frustrazione nei confronti di chi, a suo avviso, vive in una realtà parallela.
Complessivamente, Travaglio scandisce un unico concetto: l’Unione Europea sarebbe prigioniera di una retorica bellica fine a se stessa, incapace di un piano diplomatico efficace e lontana dall’interesse reale dell’Ucraina. La sua posizione si presenta come una critica durissima, che invita a ripensare il concetto di “giustizia” nella guerra e a interrogarsi sulla legittimità di opzioni belliche prolungate.



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