Un episodio di violenza domestica ha portato alla condanna in primo grado di un uomo di Viterbo, che il 13 maggio 2024 ha brutalmente aggredito la sua ex compagna sulle sponde del lago di Bolsena. La vicenda, iniziata con una battuta di pesca notturna, si è conclusa con una condanna a quattro anni e nove mesi di reclusione e una multa di 5700 euro. L’uomo, noto alle cronache locali con il soprannome “il pescatore”, dovrà anche risarcire economicamente la vittima e i suoi familiari.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la coppia si trovava al lago per pescare quando un pesce sfuggito durante le operazioni avrebbe scatenato l’ira dell’uomo. La donna è stata colpita violentemente al punto da riportare la frattura di un polso. Nei giorni successivi all’aggressione, l’uomo ha continuato a minacciare la vittima e la sua famiglia, aggravando ulteriormente la sua posizione legale.
La situazione è degenerata ulteriormente quando l’uomo ha violato gli arresti domiciliari, ai quali era sottoposto con braccialetto elettronico, per inviare minacce via social alla sua ex compagna e ai suoi familiari. Il 12 agosto scorso, dopo aver tentato di sfuggire all’arresto opponendo resistenza alle forze dell’ordine, è stato trasferito nel carcere di Viterbo.
Durante il processo, l’accusa ha contestato all’imputato i reati di maltrattamenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. La procura aveva richiesto una pena più severa, pari a cinque anni e nove mesi di reclusione, ma il giudice ha optato per una condanna leggermente inferiore. Il caso ha visto anche il coinvolgimento della madre dell’uomo, che ora rischia un’accusa di falsa testimonianza per quanto dichiarato in aula.
Un testimone presente al lago quella mattina ha fornito la sua versione dei fatti durante il dibattimento. Il pescatore, che aveva portato la colazione alla coppia, ha raccontato: “Erano in auto, non ho notato niente di strano. Mi sono stupito all’arrivo dei carabinieri e del 118. Lui mi ha detto che era caduta e si era fatta male al polso.” Il testimone ha inoltre negato che la donna gli avesse chiesto aiuto.
La difesa ha cercato di minimizzare l’accaduto sostenendo che non ci fossero stati altri episodi di violenza nei dieci mesi di convivenza della coppia nella casa dei genitori dell’imputato. Tuttavia, la vittima ha riferito di aver ricevuto minacce dall’ex fidanzato anche in passato, tra cui un video in cui l’uomo bruciava dei vestiti scrivendole: “Ti brucio come loro.”
Il giudice ha disposto risarcimenti provvisori per la vittima e i suoi familiari: 4500 euro per la donna, 2500 euro per il padre e 1500 euro ciascuno per la madre e il fratello minorenne. Gli avvocati della famiglia hanno già annunciato che chiederanno un risarcimento più consistente in sede civile, pari a 50mila euro per ciascun componente.
La vicenda ha suscitato grande attenzione mediatica e indignazione nella comunità locale. L’episodio mette ancora una volta in evidenza il problema della violenza domestica e delle difficoltà nel tutelare le vittime. La sentenza rappresenta un primo passo verso la giustizia per la donna e la sua famiglia, ma il caso potrebbe proseguire con ulteriori sviluppi legali nei prossimi mesi.



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