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Il corpo senza vita di Emanuela Ruggeri, scomparsa il 14 luglio, è stato trovato a Roma. Il suo telefono è sparito e gli inquirenti indagano sulle cause della morte



La tragica vicenda di Emanuela Ruggeri, una donna di 32 anni scomparsa il 14 luglio 2025, ha scosso profondamente la città di Roma. Il suo corpo è stato rinvenuto domenica 20 luglio in via del Mandrione, nel quartiere Tuscolano, tra i cespugli di una zona periferica. La sua identità è stata confermata grazie ai tatuaggi e ai piercing presenti sul corpo, oltre ai documenti trovati nella borsa accanto al cadavere. Tuttavia, il telefono della giovane risulta ancora disperso, lasciando gli investigatori alle prese con un enigma che potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire le circostanze della sua morte.



Secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, Emanuela Ruggeri aveva lasciato la sua abitazione a Colli Aniene lunedì sera, intorno alle 20:35, dicendo alla madre che sarebbe andata a trovare un’amica. Ma da quella persona non è mai arrivata. L’ultimo contatto con la famiglia risale al giorno successivo, il 15 luglio, quando ha inviato un messaggio alla madre dal suo cellulare. Dopo quel momento, ogni traccia della donna si è persa fino al tragico ritrovamento.

Le autorità stanno cercando di recuperare il telefono di Emanuela Ruggeri, che potrebbe fornire informazioni preziose sulle ultime ore di vita della donna. Questo dispositivo rappresenta un elemento chiave nelle indagini, in quanto potrebbe contenere dati utili a identificare eventuali interlocutori o movimenti che hanno preceduto la sua morte.

Dalle indiscrezioni emerse durante l’autopsia, condotta presso il Policlinico di Tor Vergata, non si esclude che la causa del decesso possa essere stata un’overdose. Gli esami tossicologici sono stati già disposti per verificare questa ipotesi. Secondo alcune fonti investigative, la donna aveva avuto in passato legami con il mondo della droga, e questo potrebbe essere un elemento rilevante per comprendere meglio le circostanze che hanno portato alla sua tragica fine.

Parallelamente agli esami medici, gli investigatori stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona in cui è stato rinvenuto il corpo. L’obiettivo è ricostruire i movimenti della vittima e verificare se vi siano stati contatti con altre persone nelle ore precedenti al decesso. La possibilità che terze persone siano coinvolte non è esclusa e rappresenta uno dei principali interrogativi sul tavolo degli inquirenti.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per ipotesi di “morte come conseguenza di altro reato”. La pm Giulia Guccione e il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini stanno coordinando le indagini per fare luce su questo caso complesso e pieno di punti oscuri. La madre della vittima, disperata per la perdita della figlia, ha raccontato agli inquirenti: “Ha detto che sarebbe andata da un’amica, è uscita di casa alle 20.35. Sono disperata.”

Oltre all’aspetto legato alla possibile overdose, gli investigatori stanno cercando di capire come il corpo sia arrivato nel luogo del ritrovamento e se qualcuno possa averlo trasportato o abbandonato lì. La zona di via del Mandrione è nota per essere frequentata da persone coinvolte in attività illecite, e questo dettaglio potrebbe essere rilevante per le indagini.

La scomparsa del telefono della giovane aggiunge un ulteriore livello di complessità al caso. Gli inquirenti ipotizzano che il dispositivo possa essere stato sottratto intenzionalmente per nascondere informazioni compromettenti o semplicemente perso durante gli eventi che hanno portato alla morte della donna. Al momento, non sono emerse tracce del cellulare, ma le ricerche continuano.



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