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GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Il governo Meloni propone di spostare le interpellanze parlamentari dal venerdì al giovedì, riducendo i giorni di lavoro in Aula. La proposta suscita reazioni contrastanti



Il governo guidato da Giorgia Meloni ha avanzato una proposta per modificare l’organizzazione dei lavori alla Camera dei Deputati, suggerendo di trasferire le interpellanze parlamentari dal venerdì mattina al giovedì pomeriggio. Questo cambiamento, che porterebbe di fatto a una “settimana corta” per i deputati, consentirebbe di chiudere i lavori in Aula un giorno prima, lasciando il venerdì libero. L’idea è stata presentata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, durante un incontro con i capigruppo di Montecitorio.



Attualmente, il venerdì mattina alla Camera è dedicato alle interpellanze parlamentari, durante le quali ministri o sottosegretari rispondono alle domande poste dai deputati. Tuttavia, secondo quanto riportato, è sempre più difficile garantire la presenza di membri del governo in Aula in questa giornata. Spostando tale attività al giovedì pomeriggio, si potrebbe ovviare a questa problematica. La proposta, per ora preliminare, potrebbe essere discussa più approfonditamente dopo la pausa estiva.

La questione della scarsa attività parlamentare al venerdì non è una novità. Sebbene la Camera rimanga formalmente aperta, la partecipazione è spesso limitata: solo pochi deputati sono presenti in Aula e le risposte alle interpellanze vengono fornite da sottosegretari. Molti parlamentari lasciano Roma già il giovedì sera per tornare nei rispettivi territori. Al Senato, invece, questa organizzazione è già consolidata, con i lavori che si concludono regolarmente entro il giovedì, salvo situazioni straordinarie.

La proposta di Luca Ciriani non rappresenta un cambiamento radicale rispetto a quanto avviene già oggi, ma ha comunque sollevato alcune perplessità, soprattutto tra i partiti di opposizione. Questi ultimi hanno evidenziato una contraddizione: mentre si discute di ridurre i giorni di lavoro per i deputati, le proposte di una vera settimana corta per i lavoratori dipendenti – che prevederebbero una riduzione dell’orario settimanale da 40 a 32 ore – sono state respinte dalla maggioranza.

Proprio mercoledì scorso, in commissione Bilancio alla Camera, la maggioranza di centrodestra ha bocciato una proposta di legge avanzata dal Partito Democratico e da altre forze politiche per introdurre la settimana corta per i lavoratori. Questa decisione ha aumentato il malcontento tra i partiti di opposizione, che vedono nella proposta di modificare i lavori parlamentari un ulteriore segnale di disinteresse verso le esigenze dei cittadini.

La possibilità di chiudere i lavori della Camera il giovedì non è una novità assoluta. Già nel 2008, l’allora presidente della Camera Gianfranco Fini aveva introdotto un sistema differenziato rispetto al Senato. L’obiettivo era quello di incentivare la presenza dei parlamentari durante tutta la settimana lavorativa, proponendo un calendario che prevedesse attività da lunedì a venerdì e una settimana al mese dedicata ai territori. Tuttavia, la soluzione adottata fu una via di mezzo: mantenere le interpellanze il venerdì mattina senza obbligo di votazioni, consentendo ai deputati non interessati di lasciare Roma in anticipo.

Anche nella proposta attuale, eventuali eccezioni sarebbero previste per situazioni urgenti che richiedano lavori straordinari oltre il giovedì. Al momento, nessun partito ha preso una posizione ufficiale sulla questione e la decisione definitiva potrebbe essere rinviata ai prossimi mesi.



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