Il Parlamento europeo ha concluso un’indagine sull’utilizzo dei fondi da parte del gruppo politico di estrema destra “Identità e Democrazia” (ID), attivo durante la scorsa legislatura. Questo gruppo, che includeva formazioni come la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen, è stato accusato di aver impiegato circa 700mila euro in modo non conforme alle finalità istituzionali. Le spese contestate, secondo il rapporto, non sarebbero collegate ad attività politiche europee né giustificate da esigenze comunicative dell’Unione europea.
Sebbene il gruppo ID sia stato sostituito nella nuova legislatura da un nuovo soggetto politico denominato “Patrioti”, le responsabilità per queste irregolarità continuano a gravare sui membri che ricoprivano ruoli di vertice. Tra questi, spicca il nome di Marco Zanni, eurodeputato della Lega e capogruppo di ID, ritenuto direttamente responsabile per l’uso dei fondi.
Le problematiche più rilevanti riguardano il Rassemblement National, che avrebbe utilizzato in modo irregolare oltre 4,3 milioni di euro. Secondo gli uffici contabili del Parlamento europeo, tali fondi sono stati gestiti attraverso una società di comunicazione francese chiamata Unanime. Questa società si occupava di diverse attività, tra cui la pubblicazione della rivista Vue d’Europe. Tuttavia, le autorità europee hanno evidenziato che queste spese non erano direttamente correlate alle attività politiche europee né giustificate da necessità istituzionali.
Nonostante il gruppo ID abbia fornito giustificazioni per le spese contestate, inviate l’8 maggio scorso, le spiegazioni non sono state ritenute sufficienti dai funzionari del Parlamento europeo. La valutazione finale è stata quindi classificata come “non conforme”, lasciando aperti interrogativi sulla gestione dei fondi.
Le irregolarità non si fermano alla Francia. Anche in Austria e in Italia sono emerse anomalie nell’utilizzo dei fondi europei. In Austria, parte delle risorse sarebbe stata destinata alla rivista Zur Zeit, legata all’estrema destra locale, mentre in Italia sono state rilevate erogazioni che appaiono difficilmente riconducibili a scopi politici o istituzionali.
Tra le spese sospette individuate in Italia figurano:
- 483 euro destinati alla Scuola dell’infanzia paritaria Madonna del Pescatore a Caorle, in Veneto;
- 1.000 euro al Lions Club di Sabaudia, in provincia di Latina;
- 2.000 euro all’Università di Ferrara per attività archeologiche nel lago San Giorgio;
- 100 euro all’associazione “Help Ralph’s Friends”, impegnata nella tutela di animali randagi nel Lazio.
In nessuno di questi casi, secondo gli accertamenti condotti, è stato possibile stabilire un collegamento diretto con tematiche europee o con finalità politiche coerenti con l’utilizzo dei fondi pubblici del Parlamento europeo.
L’indagine ha portato alla luce una rete di micro-finanziamenti distribuiti in vari Paesi europei, spesso senza un chiaro legame con le attività politiche istituzionali. Questo modello di gestione dei fondi solleva dubbi sulla trasparenza e sull’effettiva destinazione delle risorse pubbliche assegnate ai gruppi politici.
La situazione mette in evidenza la necessità di un controllo più rigoroso sull’uso dei fondi europei da parte dei gruppi parlamentari. Sebbene il gruppo ID non sia più attivo, le conseguenze delle sue azioni continuano a pesare sui suoi ex membri e sulle formazioni politiche che ne facevano parte.



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