Gino Paoli ha scelto di commemorare Ornella Vanoni, uno dei grandi amori della sua vita, con una singola immagine in bianco e nero. La foto, che risale al 25 settembre 1965, mostra Vanoni in piedi accanto a Paoli mentre suona il pianoforte nel programma della Rai “Gino Paoli presenta Senza fine”. Questo gesto sottolinea non solo l’importanza di Vanoni nella vita di Paoli, ma anche il legame profondo che li univa, un legame che si è evoluto nel tempo da una relazione romantica a una sincera amicizia.
La notizia della morte di Ornella Vanoni, avvenuta a causa di un arresto cardiocircolatorio, ha colto di sorpresa il mondo della musica. La moglie di Paoli, Paola Penzo, ha rivelato la sua reazione alla notizia: “Non so come dirglielo, non ho voluto svegliarlo, sarà un grandissimo dolore.” Le parole di Penzo rivelano la delicatezza della situazione e il profondo affetto che entrambi provavano per Vanoni, che doveva visitare la coppia nei giorni successivi.
In un momento di grande tristezza, Penzo ha condiviso la sua angoscia con il Corriere della Sera, spiegando la complessità della situazione: “Non ho avuto il coraggio di svegliarlo per dirglielo. Non so proprio come potrò farlo, sarà veramente difficile.” La scomparsa di Vanoni rappresenta un grande dolore per entrambi, un vuoto che si fa sentire profondamente.
Orietta Berti, amica e collega di Vanoni, ha confermato che, nei recenti contatti avuti, Vanoni era entusiasta di una nuova collaborazione con Paoli. “Ci eravamo sentite l’ultima volta due settimane fa per una bella telefonata dove mi raccontava dei suoi progetti imminenti, sia televisivi che musicali. Era pronta a registrare un nuovo brano con Gino Paoli. Ci eravamo ripromesse di ritrovarci a Milano quanto prima,” ha dichiarato Berti.
L’amore tra Ornella Vanoni e Gino Paoli è stato uno dei capitoli più significativi della musica italiana. Si incontrarono alla fine degli anni Cinquanta, quando Vanoni stava iniziando la sua carriera come interprete e Paoli si affermava come uno dei cantautori più originali della cosiddetta “scuola genovese”. La loro relazione, intensa e complessa, ha lasciato un segno indelebile nella vita di entrambi, compresa la perdita di un figlio, un evento che ha segnato profondamente le loro esistenze.
Nel 1963, Paoli attraversò un periodo di grande crisi personale, culminato in un tentativo di suicidio. Vanoni, preoccupata per lui, si recò in ospedale per stargli vicino in un momento così critico. Durante un’intervista con Maurizio Costanzo, Vanoni ricordò quel momento: “Sono andata a trovarlo in ospedale di notte, per non farmi fotografare, ed evitare che partisse il pettegolezzo: per chi si è sparato?” e aggiunse: “Gino era in camera iperbarica e rideva come un matto. Mi scompigliava i capelli e diceva di me: ‘Sembra un setter, invece è un boxer! È il mio boxer!’”
Questi eventi segnano un capitolo tragico ma significativo della loro storia, evidenziando il legame profondo che si era creato tra i due artisti. Le canzoni scritte da Paoli, come “Senza fine”, “Che cosa c’è” e “Sapore di sale”, hanno accompagnato la loro relazione e continuano a rappresentare una colonna sonora di momenti condivisi, riflettendo la vitalità di un rapporto che, nonostante le difficoltà, ha saputo resistere nel tempo.



Add comment