Oggetto: Riflessioni sulle alleanze internazionali e il futuro dell’Europa
Gentile Aldo,
desidero condividere alcune considerazioni sulla lungimiranza delle nostre istituzioni governative in materia di alleanze internazionali.
Alla luce della chiara posizione di Donald Trump, contraria all’Europa (e noi ne facciamo parte), e dell’elevata aggressività della Russia, la presenza di figure dichiaratamente filo-americane e filorusse ai vertici del governo appare problematica. A ciò si aggiunge un significativo sovranismo antieuropeo, che contribuisce a creare un quadro complesso.
Fausto Peyrani
In risposta alle critiche di Donald Trump all’Europa, Giorgia Meloni auspica che l’Unione Europea sia in grado di autodifendersi. Per favorire questo obiettivo, sarebbe opportuno che la Presidente del Consiglio si dichiarasse favorevole all’eliminazione dell’obbligo di unanimità nelle decisioni dell’UE.
Mario Frescobaldi
Risposta di Aldo Cazzullo
Gentili lettori, una persona che conosce bene Giorgia Meloni mi ha confidato che il suo sogno, dopo essere stata la prima donna Presidente del Consiglio, è quello di diventare la prima Presidente eletta degli Stati Uniti d’Europa, o meglio della Federazione delle Nazioni Europee. Questa aspirazione, a prescindere dall’identità del futuro Presidente, non è priva di fondamento. L’Europa non potrà mai affermarsi pienamente come entità autonoma se rimarrà una sovrastruttura, frutto del complesso concertamento tra ventisette Stati membri. È necessario che l’Europa si evolva in una struttura unitaria e coesa.
È inopportuno, ad esempio, mantenere ventisette ambasciate in nazioni di modesta entità, oltre al rappresentante diplomatico dell’Unione Europea; sarebbe più razionale istituire un’unica ambasciata, quella dell’Unione Europea. Analogamente, si potrebbe considerare l’eliminazione del seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Inoltre, la creazione di un esercito comune europeo appare necessaria, alla luce dell’attuale incertezza riguardo alla politica estera statunitense sotto l’amministrazione Trump.
Tuttavia, finché i singoli capi di governo saranno responsabili esclusivamente nei confronti della propria opinione pubblica, l’Europa continuerà a rappresentare una complessa e contraddittoria sintesi di interessi divergenti. La soluzione ottimale risiede nell’elezione diretta di un Presidente da parte del popolo europeo, che risponda a tutti i cittadini dell’Unione, oltre al Parlamento Europeo.
Resta da determinare se figure politiche come Giorgia Meloni, insieme ad Abascal, Marine Le Pen, Orbán e Kaczynski, aspirino realmente a un’Europa di questo tipo, o se si illudano che ogni singolo Stato membro possa negoziare alla pari con Stati Uniti e Russia.
Hanno preso atto del rafforzamento dei legami tra Putin, Modi e Xi Jinping, e della relativa debolezza dell’Occidente? La risposta appropriata consiste nell’unione, piuttosto che nell’assecondare l’obiettivo dell’ex Presidente Trump di dividere l’Europa.


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