Un episodio diventato virale sui social ha coinvolto la content creator spagnola Mary Caldass e il suo compagno. I due avrebbero dovuto partire per una vacanza a Porto Rico, ma non sono riusciti a imbarcarsi a causa della mancanza di un documento essenziale. La coppia aveva chiesto a ChatGPT se fosse necessario un visto per entrare nell’isola caraibica, ricevendo – a loro dire – una risposta negativa. Convinti di essere in regola, si sono presentati all’aeroporto senza l’autorizzazione richiesta e hanno perso il volo.
Il racconto, pubblicato da Caldass ai suoi oltre 922.000 follower, ha assunto i toni di una disavventura tragicomica. Nel video la tiktoker appare tra le lacrime, ma con un sorriso amaro, mentre racconta: “Guarda, mi informo sempre tanto, ma ho chiesto a ChatGPT e mi ha detto di no. Non mi fido più di quel tizio”. Accanto a lei, il fidanzato la consola cercando di sdrammatizzare l’accaduto.
Nonostante i toni leggeri, la vicenda solleva un tema rilevante: l’affidabilità delle informazioni fornite dai chatbot e i rischi legati alle cosiddette “allucinazioni” dell’intelligenza artificiale. Si tratta di errori che, sebbene rari, possono verificarsi e avere conseguenze concrete quando si tratta di questioni burocratiche, di salute o legali.
Secondo quanto raccontato dalla coppia, la risposta ricevuta dal chatbot li avrebbe convinti che per i cittadini europei non fosse necessario alcun documento ulteriore. In realtà, i viaggiatori provenienti dall’Unione Europea non hanno bisogno di un visto per Porto Rico, ma devono comunque ottenere un’autorizzazione ESTA nell’ambito del Visa Waiver Program degli Stati Uniti, valida per soggiorni fino a 90 giorni. Senza questo requisito, non è possibile imbarcarsi.
Nei commenti al video, alcuni utenti hanno difeso ChatGPT, sostenendo che l’informazione ricevuta dalla coppia fosse incompleta o fraintesa. Uno di loro ha scritto: “ChatGPT ha ragione, non hai bisogno di un visto. Ecco la risposta completa: i titolari di passaporto UE non hanno bisogno di un visto per Porto Rico, ma devono ottenere un ESTA nell’ambito del Programma di esenzione dal visto degli Stati Uniti (Visa Waiver Program – VWP) per soggiorni fino a 90 giorni”.
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@merycaldasssi hay una revolución de las IAs voy a ser la primera 4niquil-hada🧚♀️
Altri spettatori, invece, hanno sottolineato la necessità di verificare sempre con fonti ufficiali. Un commento riassume così il punto: “Conclusione: per questo tipo di cose, prima di tutto, chiedi alle autorità e/o alle istituzioni competenti, non all’IA”.
La stessa Mary Caldass, seppur amareggiata, ha scherzato sull’accaduto, affermando che l’errore del chatbot fosse una sorta di rivincita personale: “È la sua vendetta, perché tante volte gli rispondo male, gli dico idiota, sei inutile. Però informami bene”.
La vicenda, pur trattandosi di un episodio di viaggio, mette in luce un tema più ampio. L’utilizzo sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale come fonte di informazioni espone al rischio di fraintendimenti o errori. Alcuni casi recenti hanno dimostrato che una risposta non verificata può avere conseguenze anche più gravi.
Uno degli esempi più discussi riguarda un uomo che, seguendo un consiglio errato di ChatGPT, aveva sostituito il sale da cucina con bromuro di sodio, sviluppando il cosiddetto bromismo, una sindrome psichiatrica tipica dell’Ottocento che può causare allucinazioni, sintomi psicotici e danni neurologici. L’episodio ha riaperto il dibattito sulla necessità di consultare sempre medici o esperti qualificati per questioni di salute.
Gli esperti sottolineano come i chatbot, pur rappresentando strumenti innovativi, non siano infallibili. Le piattaforme stesse, compreso ChatGPT, avvertono gli utenti di verificare le informazioni con fonti ufficiali, in particolare quando si tratta di ambiti sensibili come viaggi internazionali, normative legali o indicazioni mediche.
Il caso di Mary Caldass e del suo compagno evidenzia quindi l’importanza di un uso consapevole dell’intelligenza artificiale. Pur trattandosi di un episodio che la stessa protagonista ha affrontato con ironia, le conseguenze pratiche – la perdita di un volo internazionale – sono state reali.



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