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Ilaria Salis: la commissione respinge la richiesta di revoca dell’immunità, ora si prepara il voto decisivo in aula



Il Parlamento europeo ha recentemente preso una decisione importante riguardo al caso di Ilaria Salis, bocciando la richiesta di revoca della sua immunità parlamentare. Nella votazione tenutasi nella commissione Affari giuridici, il risultato è stato di 12 voti a favore e 13 contrari, stabilendo che Salis non debba affrontare un processo per la presunta aggressione a militanti neonazisti avvenuta in Ungheria nel febbraio 2023. Questa votazione rappresenta solo un primo passo, poiché la decisione definitiva spetterà all’Aula del Parlamento, con il voto previsto per il 7 ottobre.



La richiesta di revoca dell’immunità era stata avanzata dal governo ungherese, desideroso di procedere legalmente contro Salis. La commissione ha quindi espresso un parere che potrebbe influenzare notevolmente il futuro politico dell’eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra. Il voto in commissione ha mostrato una netta divisione, con i membri di sinistra che si sono schierati a favore della conferma dell’immunità, mentre l’estrema destra ha votato contro. Ora, il focus si sposta sul voto finale che avrà luogo in aula, dove la posizione del Partito popolare europeo (Ppe) sarà cruciale.

Oggi, durante la riunione della commissione, l’europarlamentare spagnolo Adrián Vázquez Lázara (Ppe) ha presentato la relazione sul caso di Salis, sottolineando che la richiesta di revoca dell’immunità era motivata dalla necessità di consentire il processo in Ungheria. Vázquez Lázara ha proposto di revocare l’immunità, sostenendo che, secondo la prassi, l’immunità è generalmente concessa per reati commessi durante il mandato. Tuttavia, Salis è stata eletta a Strasburgo solo a giugno 2024, dopo aver trascorso quindici mesi in un carcere ungherese senza alcuna condanna.

Il voto della commissione è avvenuto in un contesto di segretezza, il che rende impossibile conoscere le posizioni individuali dei membri. La commissione è composta da 25 membri, tra cui otto rappresentanti dei gruppi di sinistra, sette dell’estrema destra, tre liberali del gruppo Renew e sette del Ppe. Questo contesto ha portato a una situazione in cui il voto del Ppe sarà determinante anche per il risultato finale.

L’appuntamento più importante ora è fissato per il 7 ottobre, quando l’Aula del Parlamento europeo si riunirà per discutere e votare sulla questione dell’immunità di Salis. I numeri parlano chiaro: ci sono 235 europarlamentari di sinistra, che diventano 312 se si includono i liberali di Renew, e 187 di estrema destra. Il Ppe, da solo, conta 188 voti. Pertanto, se il Ppe decidesse di unirsi all’estrema destra per chiedere la revoca dell’immunità, potrebbe facilmente ottenere la maggioranza. Tuttavia, se anche solo una parte dei membri del Ppe decidesse di sostenere Salis, magari per contrastare il governo ungherese di Viktor Orbán, il risultato potrebbe cambiare radicalmente.

Se alla fine il Parlamento decidesse di revocare l’immunità a Salis, l’eurodeputata si troverebbe a dover affrontare un processo in Ungheria per la presunta aggressione. Questo scenario presenta notevoli preoccupazioni, poiché il sistema giudiziario ungherese è noto per essere influenzato dal governo, il che potrebbe compromettere la possibilità di un giusto processo.

Salis ha ripetutamente affermato che non intende sottrarsi alla giustizia, ma chiede che il processo non avvenga in Ungheria. Ha dichiarato: “Difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza”.

Le reazioni in Italia non si sono fatte attendere, con figure politiche come Matteo Salvini che hanno espresso la loro indignazione riguardo alla decisione della commissione. La situazione rimane tesa, e il voto dell’Aula del Parlamento europeo sarà un momento cruciale per il futuro di Ilaria Salis e per le relazioni tra Ungheria e istituzioni europee.



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