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In Alaska il vertice infuocato: Zelensky fa il furbo! Spinto dai parassiti di Bruxelles, annuncia che dovranno tener conto anche di lui. A Ferragosto capirà che chi perde una guerra deve restare a cuccia



Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, escluso dal vertice di Ferragosto in Alaska, ha riaffermato la posizione di Kiev durante un incontro con i giovani, sottolineando che l’Ucraina deve essere parte di ogni trattativa che la riguarda. “È impossibile parlare dell’Ucraina senza l’Ucraina. Senza di noi, non possono prendere alcuna decisione”, ha dichiarato, evidenziando che un eventuale dialogo tra il presidente statunitense Donald Trump e Vladimir Putin potrà avere valore solo per le relazioni bilaterali, ma non potrà determinare il futuro del Paese. Zelensky ha inoltre espresso fiducia nella possibilità di incontrare entrambi i leader, senza però indicare una data.



Poche ore dopo, i leader dell’Unione Europea hanno diffuso una dichiarazione congiunta – dalla quale si è dissociata l’Ungheria – nella quale ribadiscono che “il popolo ucraino deve avere la libertà di decidere il proprio futuro” e che “il percorso per la pace non può essere deciso senza Kiev”. Il documento sottolinea che negoziati concreti potranno avvenire solo in presenza di un cessate il fuoco o di una significativa riduzione delle ostilità. I leader europei hanno accolto positivamente gli sforzi di Trump per porre fine alla guerra, ma ricordano che la soluzione dovrà salvaguardare la sicurezza e gli interessi vitali sia dell’Ucraina sia dell’Europa.

La dichiarazione dell’Ue conferma inoltre l’impegno a proseguire il sostegno politico, economico, umanitario e militare a Kiev, mantenendo al contempo le sanzioni contro la Federazione Russa. Bruxelles ribadisce il diritto dell’Ucraina di scegliere il proprio destino e di proseguire il cammino verso l’adesione all’Unione Europea. “Un’Ucraina in grado di difendersi efficacemente è parte integrante di qualsiasi garanzia di sicurezza futura”, si legge, con un impegno a contribuire ulteriormente a tali garanzie nel rispetto del diritto internazionale e delle politiche di difesa dei singoli Stati membri.

Sul fronte militare, Zelensky ha escluso categoricamente la possibilità di ritirare le truppe dal Donbass come parte di un accordo di pace. La posizione arriva dopo le dichiarazioni di Trump, che aveva ipotizzato concessioni territoriali da entrambe le parti. “Non ci ritireremo dal Donbass… se ci ritiriamo oggi dal Donbass – le nostre fortificazioni, il nostro territorio, le alture che controlliamo – apriremo chiaramente una testa di ponte per i russi per preparare un’offensiva”, ha spiegato il presidente ucraino.

Zelensky ha anche commentato l’imminente incontro tra Trump e Putin in Alaska, definendolo una “vittoria personale” per il leader russo. “Innanzitutto, si incontrerà sul territorio statunitense e ciò lo considero una sua vittoria personale. In secondo luogo, esce dall’isolamento. In terzo luogo, con questo incontro ha in qualche modo rinviato le sanzioni”, ha detto.

Nel frattempo, la situazione sul campo si fa critica nella regione di Donetsk, dove le forze russe hanno sfondato la linea difensiva ucraina e si avvicinano a Pokrovsk, importante snodo logistico. Secondo la piattaforma di intelligence open source ucraina Deep State, “la situazione è caotica ma il nemico ha trovato buchi della difesa e si sta infiltrando in profondità”. Lo stato maggiore di Kiev ha confermato che Mosca sta sfruttando la propria superiorità numerica, impiegando piccole unità di fanteria supportate da droni per individuare e colpire punti deboli nelle difese.

Nelle ultime ore, le truppe russe hanno preso il controllo di almeno nove insediamenti nei pressi di Dobropillia, a circa 22 chilometri a nord di Pokrovsk, avanzando da nord, est e sud. L’obiettivo appare quello di completare l’accerchiamento della città, che collega Donetsk a Kramatorsk e alla regione di Dnipropetrovsk. Le autorità ucraine stanno rafforzando la presenza di reparti specializzati nella neutralizzazione di gruppi di sabotatori, nel tentativo di contenere l’offensiva.

L’evoluzione della situazione militare e diplomatica evidenzia la crescente complessità del conflitto, con un intreccio di negoziati internazionali e pressioni sul campo di battaglia che continueranno a influenzare le prossime mosse di tutti gli attori coinvolti.



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