Un video che mostra le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi, la giovane donna assassinata a Garlasco il 13 agosto 2007, è stato recentemente individuato su una piattaforma online dove veniva offerto a pagamento. La scoperta ha sollevato un immediato intervento da parte del Garante della Privacy, che ha deciso di bloccare la diffusione del contenuto per tutelare la dignità della vittima e dei suoi familiari.
Il provvedimento, adottato d’ufficio e con carattere d’urgenza, mira a impedire la circolazione di un materiale che, secondo l’Autorità, viola gravemente la normativa sulla privacy e le regole deontologiche dei giornalisti. Il video, che mostra immagini della ventiseienne uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco, è stato giudicato lesivo non solo della memoria della vittima, ma anche del rispetto dovuto ai suoi cari. In una nota ufficiale, il Garante ha sottolineato che la diffusione di queste immagini rappresenterebbe un atto illecito, aggiungendo: “Anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari”.
L’Autorità ha inoltre invitato tutti i mezzi di comunicazione e chiunque entri in possesso del video a non divulgarlo. Tale invito si estende anche ai siti web e alle piattaforme digitali, che potrebbero essere coinvolte nella diffusione del contenuto. Il Garante ha dichiarato che ulteriori azioni, comprese possibili sanzioni, saranno valutate nei confronti dei responsabili della pubblicazione e della vendita del video.
Il caso di Chiara Poggi è tornato al centro dell’attenzione mediatica negli ultimi mesi, a distanza di diciotto anni dal tragico omicidio. Recentemente, Andrea Sempio è stato nuovamente iscritto nel registro degli indagati per omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi, il fidanzato della vittima che è stato condannato in via definitiva per l’assassinio. Sempio, all’epoca diciannovenne, era un amico del fratello minore di Chiara Poggi, Marco, e frequentava la villetta teatro del delitto. Già in passato era stato oggetto di indagini dopo che il DNA trovato sotto le unghie della vittima si era rivelato compatibile con il suo. Tuttavia, le accuse nei suoi confronti vennero archiviate. Sia Sempio che Stasi hanno sempre respinto ogni accusa.
La vicenda del delitto di Garlasco continua a suscitare interrogativi e polemiche. L’omicidio avvenuto nella villetta di famiglia ha segnato profondamente la comunità locale e ha dato vita a uno dei casi giudiziari più seguiti degli ultimi decenni in Italia. La condanna definitiva di Alberto Stasi, arrivata dopo anni di processi e ricorsi, non ha messo completamente a tacere i dubbi sulla dinamica dell’accaduto e sui possibili coinvolgimenti di altre persone.
L’attenzione mediatica sul caso è stata riaccesa anche grazie alle nuove indagini su Andrea Sempio, che hanno riportato alla luce dettagli precedentemente trascurati. Tuttavia, la pubblicazione di contenuti sensibili come il video dell’autopsia rischia di distorcere ulteriormente la percezione pubblica del caso, alimentando speculazioni e violando la privacy delle persone coinvolte.
Il Garante della Privacy ha ribadito la necessità di rispettare la dignità delle vittime e delle loro famiglie, soprattutto in situazioni così delicate. La tutela della memoria di Chiara Poggi e il rispetto per i suoi cari devono essere prioritari rispetto alla ricerca di sensazionalismo o alla monetizzazione di contenuti privati. Il provvedimento adottato dall’Autorità rappresenta un passo importante per garantire che il diritto alla riservatezza venga rispettato anche in casi di forte rilevanza mediatica.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla gestione dei contenuti sensibili online e sulla responsabilità delle piattaforme digitali nel prevenire abusi simili. La vendita di materiale come il video dell’autopsia non solo viola norme legali e deontologiche, ma contribuisce a creare un clima di irrispettosità verso le vittime di crimini violenti e le loro famiglie. Il Garante della Privacy ha annunciato che continuerà a monitorare la situazione e che non esiterà ad adottare ulteriori misure per contrastare la diffusione di contenuti illeciti.



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